Era partito da una denuncia presentata nel 2019 il procedimento contro un 38enne monregalese, E.L., accusato di stalking ai danni dell’ex moglie.
Quest’ultima riferiva di essere stata seguita più volte dall’uomo, indisponibile secondo lei ad accettare la separazione e l’affidamento esclusivo dei figli: “L’ho trovato davanti alla scuola dei miei figli, sul posto di lavoro, nei luoghi in cui vado a fare la spesa e anche sotto casa, come se mi stesse pedinando” ha raccontato al giudice. Perfino dopo essere stato sottoposto al divieto di avvicinamento e durante il lockdown, secondo l’autrice della denuncia, l’imputato avrebbe continuano a presentarsi sotto casa sua e dei figli. L’episodio più grave sarebbe accaduto nei pressi del suo luogo di lavoro: “Mi sono accorta che aveva piazzato l’auto dietro alla mia per impedirmi di uscire. Era molto agitato e mi ha spaventata. Poiché rifiutava di spostare la macchina ho chiesto aiuto al marito di una mia collega”.
Dal canto suo, E.L. ha replicato di non aver mai manifestato intenti aggressivi nei confronti della ex, come sostenuto dall’accusa. I suoi tentativi di approccio sarebbero stati finalizzati soltanto ad avere informazioni sui bambini: “Non riesco tuttora a sapere niente di ciò che gli succede” ha spiegato, riconducendo a questo problema anche il litigio avvenuto lo scorso Natale a Torino. In quell’occasione, i vigili erano intervenuti nel parcheggio dell’ospedale Molinette per sedare una rissa fra il 38enne e il nuovo compagno della sua ex: l’uomo si era recato lì dopo aver saputo che il figlio era ricoverato a seguito di un incidente d’auto.
Terminata l’istruttoria il pubblico ministero Anna Maria Clemente ha chiesto tre anni di reclusione per ’imputato, sostenendo che quest’ultimo fosse vittima di una vera e propria “ossessione” nei confronti dell’ex moglie: “Malgrado gli ammonimenti e i provvedimenti penali ha continuato in questa sua ossessione, tanto da creare paura e disagio non solo nella persona offesa ma anche nei figli. Lei ora ha paura, è seguita da uno psicologo, non esce più la sera e cerca di essere sempre accompagnata”. Alle conclusioni si è associato l’avvocato di parte civile Giorgio Giacardi.
Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Natalia Carmellino, “a provare lo stalking non basta il fatto che la signora stia male e vada dallo psicologo: l’unica certezza è la presenza di una situazione conflittuale”. Il legale ha sostenuto l’insussistenza di qualsiasi fattispecie di reato anche in riferimento all’episodio dell’auto: “Anche il teste che è intervenuto per aiutare la signora a spostarla ha affermato che la macchina non era bloccata”. Da elogiare sarebbe semmai il fatto che l’uomo abbia perfino rinunciato a vedere i figli, sospendendo gli incontri protetti con i servizi sociali, pur di non aggravare questa situazione.
La tesi dell’insussistenza del reato è stata accolta dal giudice Alice Di Maio, che ha assolto E.L. e dichiarato estinta la misura cautelare emessa nei suoi confronti.