È successo ancora l’altro giorno, giura uno dei vicini: “Ero andato via per il ponte di Pasqua, mi sono ritrovato con il sale grosso sul marciapiede e nel giardino”. La responsabile, dicono i condomini di uno stabile nel quartiere Ferrone di Mondovì, è sempre R.B., la vicina ora a processo per disturbo della quiete e danneggiamento.
Il lancio del sale è solo una delle condotte moleste che i residenti attribuiscono alla donna: “Sosteneva che fossimo tutti indemoniati” ha detto uno di loro in tribunale. “È un continuo sbattere le porte, buttare acqua sulle scale, ascoltare musica religiosa anche in orari non consoni” conferma il testimone sentito stamani. Con lei, spiega, le discussioni erano cominciate appena si era trasferito nel palazzo: “Avevo fatto una piccola inaugurazione con pochi amici intimi, alla domenica pomeriggio, non c’era nemmeno musica. Lei si è messa a inveire dicendo che facevamo rumore, nonostante stessimo solo bevendo qualche bicchiere in giardino”. Non è il solo a pensarlo: “A volte - ha raccontato un ex condomino - usciva dalla finestra e urlava invitando ciascuno di noi ad andarcene, ci chiamava per nome: ce l’aveva soprattutto con i bambini e con i cani”.
A tutte le ore, dice un’altra inquilina, si sentono sbattere le porte tagliafuoco che danno sul garage: “Lo fa anche davanti agli altri. Una volta è scesa apposta, una decina di minuti dopo l’intervento dei tecnici che avevano riparato le porte”. Anche lei parla dell’abitudine di R.B. di spargere sale e acqua sulle scale e nel vano dell’ascensore, cosa che avrebbe già provocato vari interventi della manutenzione. Vani, sostiene la donna, i tentativi di conciliazione con quella famiglia: “All’inizio abbiamo provato a parlare col padre e la madre, ma è impossibile. Le due famiglie che abitavano sotto di loro, correttissime, sono andate via proprio perché i bambini erano terrorizzati e avevano timore che succedesse qualcosa”.
Uno degli ex condomini che hanno lasciato l’abitazione si è costituito parte civile nel processo. Secondo quanto da lui affermato, nell’arco di due o tre anni le forze dell’ordine sarebbero accorse almeno una quindicina di volte, su richiesta di più persone diverse. Tutto inutile per riportare la pace tra i vicini, così come si sono rivelati inutili gli interventi dell’amministratore: “Non si sono mai presentati una volta alle riunioni condominiali: sono una famiglia a sé, non parlano con nessuno”.
L’istruttoria proseguirà il 10 ottobre con l’audizione di altri testimoni.