Un gesto vile, sinistro, un atto vandalico che assume contorni ancor più vergognosi perchè commesso a pochi giorni dal Giorno della Memoria, dedicato alle vittime dell'Olocausto. Nella notte appena trascorsa, tra giovedì 23 e venerdì 24 gennaio, ignoti hanno imbrattato con una bomboletta spray la porta d'ingresso dell'abitazione di Aldo Rolfi, nel rione Breo a Mondovì, con la scritta “Juden hier” ("Qui ebreo") accompagnata dalla Stella di Davide.
Aldo Rolfi è il figlio di Lidia Beccaria Rolfi, che in quella stessa casa ha abitato fino alla sua morte. Staffetta partigiana, la monregalese fu deportata nel 1944 nel campo di concentramento di Ravensbruck, in Germania. Tornata in Italia nel settembre del 1945, si impegnò per tutta la vita nella testimonianza di ciò che aveva visto e vissuto nel lager. Nel 1978 scrisse insieme ad Anna Maria Bruzzone "Le donne di Ravensbrück", primo libro in italiano sulla deportazione femminile nei campi di concentramento della Germania nazista. Nel 1996, anno della sua morte, pubblicò "L' esile filo della memoria", racconto autobiografico del suo ritorno dopo l'esperienza nel Lager e del difficile reinserimento nella vita civile. Nel 1997 uscì postumo "Il futuro spezzato", un saggio sull'infanzia durante la dittatura nazista, cui Lidia Beccaria Rolfi lavorava da quasi venti anni e che Primo Levi aveva apprezzato tanto da scriverne l'introduzione.
Il figlio Aldo, oggi, è fortemente impegnato nel tramandare il messaggio e la testimonianza della madre. E' stato lui stesso a rendere noto l'atto vandalico di stanotte pubblicando una fotografia sul suo profilo Facebook. Sul fatto,
riferisce l'Ansa, indaga la Digos di Cuneo.
Il sindaco di Mondovì, Paolo Adriano, ha commentato l'accaduto in una nota: "Un atto gravissimo che, da Sindaco e da uomo, condanno fermamente. Un fatto vergognoso che offende ed indigna Mondovì, Città Medaglia di Bronzo al Valor Militare nella Guerra di Liberazione, e tutti i monregalesi. Ci stiamo organizzando per rispondere con un’apertura straordinaria della Sinagoga di Mondovì: invito, quindi, tutti a partecipare per esprimere non solo vicinanza e solidarietà alla Comunità Ebraica, ma per affermare con forza la nostra appartenenza ad una società civile e democratica e condannare pericolosi rigurgiti di antisemitismo. In attesa che vengano concluse le indagini per individuare e assicurare alla giustizia i responsabili del gesto, esprimo – a nome mio, dell’Amministrazione tutta e della cittadinanza – solidarietà alla Comunità Ebraica, al nostro concittadino Aldo Rolfi e a tutta la famiglia, da sempre impegnata – in memoria della mamma Lidia Rolfi, a cui è intitolata la scuola primaria di Piazza – nella testimonianza e nella tutela dei valori fondanti della nostra Costituzione. Ricordo, infine, che tra pochi giorni e con ancor più viva partecipazione Mondovì poserà due nuove pietre alla memoria di due concittadini deportati nei campi di concentramento".