I vigili urbani di Mondovì lo avevano visto scagliarsi contro due auto in sosta nel parcheggio di piazza Ellero dalle finestre del comando. Un’azione inspiegabile, quella di un richiedente asilo ivoriano, M.B., diretta contro la cooperativa che lo aveva ospitato fino a pochi mesi prima.
Non c’era nessun motivo di malanimo, assicura uno dei dipendenti dell’associazione Alpi del Mare, proprietaria delle due auto prese di mira: “Era stato nostro ospite per tre o quattro anni, prima di essere accolto in uno Sprar per l’inserimento lavorativo. Non c’erano mai state grosse problematiche con lui e non c’era motivo che desse in escandescenze perché era già in regola, oltretutto aveva un posto di lavoro e un’abitazione”. Anche gli operatori della cooperativa avevano assistito “in diretta” all’accaduto: verso metà mattina, l’extracomunitario aveva colpito con un mattone il parabrezza e divelto il lunotto posteriore e gli specchietti retrovisori dei due veicoli, una Ford S-Max e una Mercedes. “Era a una ventina di metri di distanza - ricorda il teste - e lo abbiamo visto dalla finestra, anche perché la gente ha cominciato a urlare. Alcune persone si sono spaventate”.
Immediato l’intervento degli agenti di Polizia Locale, che lo avevano intercettato a poche decine di metri di distanza. L’invito a fermarsi ed esibire i documenti, però, era stato ignorato dall’uomo, che aveva proseguito a piedi lungo il viale dopo essere stato avvicinato dalla pattuglia. Ricorda il vicecomandante Enrico Accamo: “Siamo riusciti a fermarlo nei pressi dei giardini di via della Cornice. Qui si è scagliato contro di me, tirandomi un pugno e colpendomi sulla spalla sinistra. Mi ero parato davanti per chiudergli la strada, ma non lo stavo bloccando”. Invano altri due vigili avevano cercato di fermarlo: “Lui si è dimenato ed è riuscito a liberarsi, poi si è seduto su una panchina. Si è un po’ tranquillizzato solo alla vista dei carabinieri e dell’ambulanza del 118”. Un’altra ambulanza, sopraggiunta in un secondo momento con un medico a bordo, lo aveva poi trasportato in ospedale: i sanitari gli avevano anche somministrato un calmante.
Ignote, come si è detto, le ragioni di quel comportamento: “Da subito proferiva parole senza senso, dicendo che ‘gli è stata rubata l’anima, poi si è capito che era una questione legata al suo rapporto con l’associazione Alpi del Mare”. In ogni caso, gli operanti avevano avuto l’impressione che l’uomo capisse e parlasse bene l’italiano. Un carabiniere presente conferma di non aver notato segni di abuso da alcol o droghe: per i fatti risalenti al giugno 2021, ora M.B. deve rispondere di danneggiamento e resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
“Conosceva le nostre auto, essendo stato ospite molte volte. Era anche venuto in macchina con noi” sottolinea il dipendente della cooperativa, che aggiunge di aver rivisto di recente l’ex ospite in un paio di occasioni: “Non si è mai scusato”. Il 4 dicembre si attende la discussione del caso.