CAMERANA - Ubriachi in un ristorante a Camerana, scoppia la rissa: in quattro a processo

Insieme a tre clienti è alla sbarra il suocero del gestore, intervenuto per allontanarli: “In una recensione hanno scritto ‘si mangia bene ma ti prendono a pugni’”

Andrea Cascioli 29/03/2024 16:30

Tutta colpa del limoncello: “Ne avevano bevuto un pintone” afferma il titolare di un ristorante di Camerana che, a seguito di una rissa fra clienti, si è ritrovato con circa un migliaio di euro di danni. A terra piatti e bicchieri in frantumi, separè di plexiglass e un fungo riscaldante reso inservibile.
 
Le intemperanze, risalenti a una domenica agostana del 2021, hanno portato in tribunale tre clienti del locale arrivati dalla Liguria e il suocero del gestore: è accusato a sua volta di aver colpito uno degli avventori con un pugno, rompendogli il naso. Le imputazioni sono rissa, danneggiamento, lesioni personali e violenza privata. Un’esplosione di violenza propiziata dai fumi dell’alcol, tra due tavolate distinte. In una sedevano G.C. e A.M., insieme alle rispettive mogli: le due donne avrebbero bevuto tanto da sentirsi male e allontanarsi sul piazzale. Gli uomini, a quel punto, avrebbero iniziato a rivolgere pesanti avances sia verbali che fisiche alla fidanzata di S.T., un altro cliente, in quel momento lontano dal tavolo.
 
“Stava giocando a carte con un gruppo di persone che festeggiavano un addio al celibato” dice di aver saputo il ristoratore, accorso in una seconda fase, quando i tre erano già venuti alle mani dopo che S.T. si era accorto di quanto stava succedendo. Quest’ultimo appariva il più esagitato: “Arrivando sul furgone - racconta il testimone - ho visto passare G.C. e A.M., uno dei due aveva la faccia insanguinata. Quando sono giunto al ristorante c’era un fuggi fuggi. Ho visto alcune persone che cercavano di tenere fermo un ragazzo, S.T., molto agitato”. Il proprietario dice di averlo sentito urlare minacce come “io sono un giostraio, stanotte diamo fuoco a tutto”, prima di venire afferrato alla gola dal giovane, che era infine caduto a terra: “Insieme ad altri l’ho soccorso e caricato in macchina, perché la sua fidanzata chiedeva di aiutarla a portarlo via”.
 
I guai però non erano ancora finiti: “Poco dopo mi è squillato il telefono, erano gli altri due protagonisti della rissa. Uno dei due affermava di avere il naso rotto ed entrambi erano convinti che avesse ricevuto un pugno da un ‘signore con la barba’. Mi sono poi reso conto che si riferivano a G.R., mio suocero”. Costui, il quarto imputato, sarebbe stata l’ultima persona a frapporsi tra i due mentre cercavano di rientrare nel locale e ad allontanarli: “Uno di loro diceva ‘io sono stato in galera e non ho problemi a ritornarci’ e affermava di voler uccidere mio suocero. Nel frattempo una delle mogli aveva rubato le chiavi di un’auto, appartenente alla fidanzata di un nostro dipendente. Dicevano che le avrebbero restituite se gli avessi portato il colpevole”. L’arrivo dei carabinieri, alla fine, aveva placato gli animi.
 
Qualche strascico comunque c’è stato, sotto forma di recensione su Google: “Il giorno dopo uno di loro ha scritto ‘si mangia bene però alla fine del pasto ti prendono a pugni in faccia. Attenzione è un’esperienza forte’”. Il prossimo 31 maggio il giudice ascolterà un altro dei testimoni dell’accusa.

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