MONDOVÌ - Un accoltellato dopo la lite a Mondovì: l’accusa è di tentato omicidio

L’episodio risale al novembre del 2022. I carabinieri accorsi in piazza Mellano trovarono un nordafricano riverso a terra e sanguinante, dopo un “chiarimento”

Andrea Cascioli 29/03/2024 19:35

Non si sa quali moventi ci siano, dietro alla sanguinosa lite che nel novembre di due anni fa provocò l’accoltellamento di un marocchino a Mondovì. All’origine dei fatti c’è un “chiarimento” tra la vittima e altri quattro uomini, tutti suoi connazionali, nella zona di piazza Mellano.
 
Uno di loro, R.E.H., è ora accusato di tentato omicidio, lesioni personali e porto d’arma abusivo. I carabinieri, chiamati da una coppia di residenti, avevano trovato la vittima e il presunto assalitore a terra: a breve distanza un coltello, lasciato in terra, e i tre conoscenti che erano con loro. Dalle immagini di videosorveglianza nell’area si è potuto appurare che R.E.H. e la persona offesa erano giunti sul posto a bordo di una Seat Altea, intestata alla moglie dell’imputato. Gli altri tre li avevano raggiunti a piedi. R.E.H. si era messo a parlare con uno di loro, finché un altro del gruppo lo aveva raggiunto e gli aveva sferrato un calcio, provocando una reazione. Dalle telecamere, però, non si riesce a comprendere cosa sia accaduto dopo: “Il calcio è stato molto veloce e non siamo riusciti nemmeno a isolare un frame” ha spiegato in aula il vicebrigadiere Fabio Pesci, in servizio al NORM dei carabinieri di Mondovì.
 
Quel che è certo è che tutti insieme si erano mossi quasi subito verso un altro punto della piazza, non coperto da telecamere. All’arrivo della volante l’accoltellato era accasciato e mostrava una ferita sanguinante: lamentava di essere stato ferito a un fianco e pochi istanti dopo era svenuto. Il presunto aggressore non aveva invece proferito alcuna parola. L’analisi sul coltello effettuata dai Ris di Parma ha permesso di accertare la presenza di tre profili genetici diversi, sul manico dell’arma: uno di questi è riconducibile alla persona che aveva sferrato il calcio a R.E.H., un pregiudicato condannato per vari reati, tra cui la rapina ai danni del gestore di una sala slot cittadina. Non risultano, invece, tracce di Dna riferibili all’imputato, nei confronti del quale si è poi proceduto sulla base delle testimonianze raccolte.
 
La conclusione dell’istruttoria è prevista il prossimo 10 aprile.

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