“È successo anche ieri sera, sono andata a letto alle dieci e non sono riuscita ad addormentarmi prima dell’una di notte”: non è l’insonnia, il problema denunciato da una signora di 45 anni residente a Garessio, bensì i rumori che dice di sentir provenire dall’alloggio vicino.
Non è del resto l’unica a lamentarsene: davanti al giudice, nel corso di una lunga udienza, sono sfilati vari condomini dello stesso stabile, tutti concordi nell’attribuire a due persone l’origine dei disturbi. Sono G.M. e la figlia L.C., rispettivamente classe 1927 e 1961: non si tratta di un refuso, perché dopo la denuncia della vicina l’anziana di origini liguri è finita a processo alla bella età di 95 anni.
Quelli di cui qui si discute sono i classici rumori molesti di cui innumerevoli volte si è trattato nelle aule di giustizia: urla, televisione ad alto volume, sedie e tavoli spostati di continuo, anche nel cuore della notte. “Lo fanno per puro dispetto” sostiene un inquilino del piano di sotto, in procinto di lasciare l’abitazione - dice lui - proprio a causa di quella convivenza insopportabile: “Abito nel palazzo da cinque anni, tra noi lo abbiamo ribattezzato ‘il condominio dei pazzi’”. L’uomo ha raccontato di aver ripreso in varie occasioni la più giovane delle due donne, sorpresa a urlare nella tromba delle scale: “Anche la madre gridava e proferiva ingiurie molto pesanti, ma da circa sei mesi non l’ho più incontrata”. La compagna conferma di aver sentito le urla e le parolacce, più volte: “Mi è capitato spesso di non riuscire a dormire a causa delle urla. Parlare con loro? Non servirebbe a niente”.
Un’altra residente del palazzo ha risolto la questione a modo suo: “Non ho sporto denunce perché non volevo infierire contro di loro. Mi limito a non passare dalle scale quando scende L.C.”. I litigi, ha ricordato, erano abbastanza frequenti soprattutto tra le due e la signora che abita sullo stesso pianerottolo, quella che le ha poi denunciate e si è costituita contro di loro nel processo. Discussioni sul parcheggio dell’auto in cortile e sul cane della vicina, soprattutto. Ma con gli altri inquilini i rapporti non sarebbero meno tesi: “Le sentivo trascinare mobili e sbattere i piedi. Ho provato a parlare con la figlia e mi ha insultata in genovese”.
L’autrice della querela, una 45enne di origini straniere, sostiene di essere stata offesa anche con epiteti razziali: “I problemi sono incominciati appena mi sono trasferita, quattro anni fa. La mamma nel palazzo provocava tutti e mi inseguiva quando tornavo dal lavoro, prendendomi a parolacce”. Dopo la denuncia, ha precisato, le urla nelle scale sarebbero cessate, ma non gli altri rumori molesti: “Non c’è una sola persona nel condominio con cui non abbiano litigato. L’anziana ormai non esce più dall’appartamento, la figlia sì”. Sebbene il compagno della donna sia anche il proprietario di casa dell’alloggio a fianco, non c’è stato verso finora di arrivare a una riconciliazione: “L’affitto lo hanno sempre pagato”.
L’istruttoria a carico delle due imputate proseguirà con altri testimoni.