All’alba di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Mondovì hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere traendo in arresto due profughi richiedenti asilo, un 21enne originario del Mali, domiciliato in un centro di accoglienza del monregalese, e un 23enne originario della Nigeria, domiciliato in un centro di accoglienza del saviglianese. Nel corso della medesima attività sono stati denunciati in stato di libertà ulteriori tre cittadini stranieri residenti nel monregalese: un nigeriano di 22 anni anch’egli richiedente asilo, un ivoriano di 24 anni, un marocchino di 20 anni, i primi due responsabili a vario titolo di spaccio di sostanze stupefacenti ed il terzo di favoreggiamento al traffico illecito in questione.
Il provvedimento restrittivo è scaturito, come si diceva, in seguito alle indagini condotte dal N.O.R. della Compagnia CC di Mondovì sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cuneo - Sost. Proc. Dott.ssa Carla LONGO - attività investigativa protrattasi per alcuni mesi nel corso dei quali sono stati acquisiti inconfutabili elementi di colpevolezza nei confronti degli indagati, i quali rifornivano di droga - per la maggior parte hashish e marijuana – diversi giovani, molti dei quali studenti minorenni, originari e/o dimoranti nei comuni dell’area monregalese.
Lo smercio di stupefacenti effettuato nei confronti degli studenti, avveniva all’interno di un parco pubblico del centro di Mondovì principalmente nelle ore pomeridiane, ove i pusher, in attesa dei giovani acquirenti, erano soliti nascondere le dosi già confezionate tra la vegetazione ed i cespugli, al fine di eludere eventuali controlli da parte delle forze di polizia sulla propria persona. Lo spaccio di stupefacenti effettuato nei confronti della clientela più adulta si protraeva invece nelle tarde ore serali.
Le indagini sono state condotte con metodi tradizionali di investigazione, costituiti in appostamenti, pedinamenti e riprese video/fotografiche che hanno consentito di svelare l’effettiva portata dello smercio di droghe nelle aree interessate. L’attività d’indagine ha peraltro consentito di effettuare uno dei primi sequestri in Piemonte di Tramadol, sostanza stupefacente conosciuta anche come “la droga del combattente”, poiché utilizzata dai miliziani dell’ISIS in quanto consentirebbe all’assuntore di allievare i sintomi di fame, sete e stanchezza.
Nel corso dell’intera attività investigativa i militari del N.O.R. hanno altresì proceduto al sequestro di circa tre etti di hashish e marijuana ed alcune decine di pastiglie di Tramadol, al deferimento alla Prefettura di una trentina di assuntori di sostanze stupefacenti - l’affezionata clientela del gruppo - nonché all’esecuzione complessiva di una ventina di perquisizioni domiciliari.
L’attività investigativa è stata convenzionalmente denominata “Indagine Faina”, per il fatto che durante l’attività di osservazione effettuata in orario notturno, veniva sempre notata la presenza di una “faina” aggirarsi nei luoghi dello spaccio. Le indagini continuano al fine di identificare eventuali ulteriori personaggi che abbiano avuto un ruolo nel sodalizio criminale disarticolato.
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