“Sentivo urlare la figlia e piangere la mamma. Quando poi andavano via la chiudevano fuori: un giorno mi sono permesso di darle da bere e sua figlia mi ha rimproverato”: così ha raccontato al giudice un uomo di Villanova Mondovì chiamato a testimoniare nel processo che vede i suoi vicini accusati di maltrattamenti.
La coppia, lei 64enne e lui 67enne, ha convissuto per oltre tre lustri con la madre della donna. Fin quando quest’ultima, a 87 anni di età, ha deciso di sporgere querela nei confronti della figlia e del genero. Ad accusare i due è anche l’altra figlia dell’anziana, che oggi vive in una casa di riposo del Monregalese. Sebbene non sia mai stata testimone di vessazioni o minacce, la signora ha affermato che sua madre le ha raccontato più volte dei maltrattamenti ai quali sarebbe stata sottoposta dai familiari: “Mi diceva che a volte la chiudevano in camera e non la facevano uscire oppure la afferravano per i capelli. Il giorno in cui l’ho accompagnata a fare la denuncia mia sorella l’ha cacciata di casa quando l’ho riportata indietro: mio cognato le disse ‘qui dentro non entri più, va sotto il ponte’”.
Tra i testimoni dell’accusa chiamati a deporre dal sostituto procuratore Alberto Braghin c’è anche un’altra vicina che ha dichiarato di aver assistito a diversi episodi gravi: “Un mattino ho visto sua figlia chiudere fuori casa l’anziana prima di andare a lavorare. Lei aveva fatto i suoi bisogni davanti al garage perché non poteva rientrare. Sarà rimasta lì fuori per un paio d’ore”. In un’altra occasione, l’ottuagenaria sarebbe stata di nuovo costretta ad appartarsi nei pressi di una siepe dopo essere stata lasciata fuori casa dal genero, che in seguito era uscito apostrofandola con epiteti ingiuriosi: “Oltre ad insultarla le urlava frasi come ‘non vuoi ancora morire? Un giorno prendo una pala e ti faccio una fossa’”.
L’anziana ha sofferto per qualche tempo di depressione ma si è ripresa e oggi è accudita in una Rsa. A causa dell’emergenza sanitaria in corso il giudice non ha potuto ascoltare la sua testimonianza né quella degli infermieri della casa di riposo che sarebbero dovuti comparire in aula. Il processo è stato perciò aggiornato.