Ci sono vecchie ruggini tra vicini di pascolo all’origine dell’aggressione che ha portato al processo e alla condanna di un margaro di 77 anni, denunciato da un collega più giovane di lui di cinquant’anni.
Il giudice Emanuela Dufour lo ha riconosciuto colpevole di lesioni, comminando nei confronti di P.M., classe 1946, la pena di sette mesi di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale. La querela nei suoi confronti era stata era stata sporta nel giugno 2020, dopo un diverbio che aveva coinvolto anche altri margari sulle alture di Paesana. L’aggredito, quel giorno, era salito al pascolo insieme al fratello tredicenne e a un cugino. Mentre i tre conducevano la mandria verso la strada, una decina di animali avevano rotto il filo della recinzione ed erano finiti in un pascolo vicino. “Dopo aver fatto passare la mandria sono tornato per togliere la recinzione e due auto mi hanno bloccato la strada” ha spiegato la persona offesa. A bordo c’erano P.M. con la moglie e due loro amici nell’altra vettura: “Prima mi hanno aggredito a parole, poi mi hanno accerchiato e strattonato. Non sono riuscito a raggiungere la mia auto, ma comunque era bloccata dalle loro. Mentre gli altri mi tenevano per la maglietta, ho visto P.M. prendere un bastone. Mi ha colpito alla testa da dietro, poi mi sono girato e lui mi ha dato altre bastonate”. Al pronto soccorso gli sarebbero state refertate ferite guaribili in cinque giorni.
Tra i due gruppi c’erano già stati attriti in precedenza, sempre per via degli sconfinamenti. L’accusato non ha negato di aver percosso il vicino, ma ha fornito una versione diversa dell’accaduto: “Ho afferrato un picchetto dopo che lui mi aveva già percosso su una spalla con il suo bastone, l’ho fatto per difendermi”. Una versione che non ha convinto il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, che aveva chiesto per l’anziano una multa di 2.500 euro: “Non è emerso è che si sia difeso da un’aggressione. Non è stato nemmeno in grado di spiegarci su quale spalla sarebbe stato percosso”. L’avvocato Domenico Fragapane, patrono della parte civile, aveva rilevato: “I danni patiti sono documentati, quanto al fratello minore c’è da rilevare il trauma psicologico di un ragazzino che per un mese ha avuto difficoltà a ripresentarsi in montagna”. “Strumentale la denuncia della persona offesa. In querela ha riferito particolari poi smentiti dal cugino, come il fatto che fosse stato accerchiato da quattro persone” ha obiettato l’avvocato difensore Marco Camisassi.
Il giudice ha disposto anche l’obbligo di risarcire i due fratelli, fissando una provvisionale di mille euro da versare all’aggredito prima della quantificazione dei danni in sede civile.