SAMPEYRE - Bastonate dopo la lite su una strada di montagna: condannato un settantenne

Il sampeyrese era stato denunciato da un vicino: “L’ho colpito con un bastone ‘da bambini’”. All’origine dello scontro le battute sulla guida della sorella

Andrea Cascioli 18/08/2024 19:30

Un’auto bloccata su una strada di montagna e qualche parola di troppo tra due vicini, già in pessimi rapporti fra loro: c’è questo all’origine dell’aggressione costata una condanna a nove mesi e dieci giorni nei confronti di S.M., residente in una borgata del comune di Sampeyre.
 
Lui stesso ha ammesso in tribunale di aver colpito il suo vicino, pur minimizzando le conseguenze del gesto: “Gli ho dato due bastonate sulla schiena con un bastone che avevo raccolto per strada, di quelli con cui giocano i bambini”. Tutto questo, precisa, sarebbe avvenuto a seguito di un tentativo dell’altro uomo di avventarsi contro di lui: “Avevo paura di lui, non era la prima volta che mi insultava e mi minacciava di farmela pagare: poi scappava sempre”. Differente la versione della persona offesa su quanto accaduto nel maggio 2021, quando l’uomo, in auto, aveva incrociato la macchina della sorella dell’imputato. Nello spazio stretto, la donna aveva incontrato qualche difficoltà a fare manovra. A rendere tutto più complicato avrebbe concorso la presenza di tre turisti ventenni, a bordo di un’altra auto, accodatasi a quella della signora. Qualcuno, pare, avrebbe fatto commenti ironici sulle sue capacità alla guida.
 
Il primo a scagliarsi contro il rivale, secondo le testimonianze, era stato il figlio dell’imputato (in seguito deceduto), dopo aver visto l’episodio che aveva coinvolto la zia. Nella colluttazione i due uomini erano caduti da una piccola scarpata, finendo tra i rovi. Qui era sopraggiunto S.M.: “Ho bloccato il vicino per le braccia per fermarlo, il bastone non lo avevo più” ha spiegato l’anziano, negando peraltro di avere in precedenza trascinato l’altro fuori dalla sua macchina, come riferito da alcuni testi. “A oltre settant’anni non sarei stato in grado di tirare fuori dall’auto un uomo di venti” ha argomentato davanti al giudice.
 
“Non ci sono dubbi sul fatto che abbia usato un bastone per colpire la persona offesa” ha sottolineato il pubblico ministero Gianluigi Datta, escludendo l’ipotesi della legittima difesa: “È arrivato già con il bastone in mano, intervenendo in una vicenda di poco conto, malgrado i pregressi. Quanto dice la persona offesa è confermato dall’imputato, dalla sorella di lui e da tre ragazzi presenti”. Per il settantenne, la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a otto mesi e venti giorni di reclusione. Sulla testimonianza dei tre giovani si sono concentrate sia la parte civile che la difesa. L’avvocato Giada Bocellari ha giudicato “grave”, smentendola, “l’affermazione per cui si sarebbero ‘ricostruiti’ una loro versione dei fatti: i testi non avevano nessun motivo riferire circostanze false”. Per quanto i rapporti di vicinato non fossero ottimali, ha aggiunto, “lo stesso imputato ha detto che il vicino non era mai stato aggressivo nei suoi confronti”.
 
“Non c’è l’attenuante della legittima difesa da far valere, ma quella della provocazione sì” ha sostenuto l’avvocato Luciano Aimar, legale dell’imputato: “Immagino che i tre ragazzi, classe 2001, spaventati di fronte a quello che hanno visto, si siano preoccupati di non trasformare la questione in una rissa, ma ricondurla a un’aggressione”. Dubbi sono stati avanzati dalla difesa anche riguardo alle ferite, refertate dapprima con una prognosi di sette giorni che poi si prolungata fino a quarantasette: “L’imputato ci dice di non aver visto sanguinare il vicino ma soprattutto non lo riferisce il certificato, dove si parla soltanto di escoriazioni”.
 
Il giudice Marco Toscano, condannando il sampeyrese per le lesioni, ha escluso l’aggravante e assolto l’imputato per l’ulteriore imputazione di oggetti atti ad offendere. Nei confronti della parte civile è stato fissato un risarcimento di 4446 euro.

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