VILLAFALLETTO - Butta la droga del figlio e finisce a processo con lui, ma il giudice la assolve

Per la difesa la donna ha “coperto” il familiare, ma non era consapevole che la cocaina fosse nel bagno di casa sua. Lui, un 33enne albanese, è stato condannato

Andrea Cascioli 25/07/2024 18:20

Madre e figlio, insieme a processo: uno per spaccio di droga, l’altra per favoreggiamento. È accaduto dopo un’operazione della Squadra Mobile della Questura a Villafalletto, dove i due risiedono. V.D., 56enne albanese, e il figlio V.R., 33 anni, erano stati arrestati in flagranza la sera del 16 aprile scorso. I poliziotti avevano notato l’uomo incontrarsi con un ragazzo nei pressi della propria abitazione: il giovane era noto come consumatore di stupefacenti e la cosa aveva insospettito.
 
Dopo aver osservato lo scambio di un oggetto non meglio identificato tra i due, gli agenti hanno effettuato una perquisizione personale e domiciliare a carico del 33enne. In casa c’erano 73,46 grammi di cocaina, altri 53,27 grammi di sostanza da taglio, due bilancini di precisione e denaro contante per un totale di 1.070 euro. Abbastanza per disporre la custodia cautelare in carcere nei confronti di V.R. e gli arresti domiciliari per V.D., ritenuta sua complice. Alla madre l’uomo aveva urlato, in albanese, di buttare la droga nascosta in bagno, poco prima che le forze dell’ordine entrassero. La 56enne l’aveva lanciata nel cortile condominiale ed era stata perciò denunciata insieme al figlio.
 
Assistiti entrambi dall’avvocato Alberto Crosetto, hanno optato l’uno per il patteggiamento, l’altra per il giudizio abbreviato. Il giudice Marco Toscano ha riqualificato il reato contestato a V.D. in favoreggiamento e assolto la donna perché il fatto non costituisce reato. Al figlio, accusato invece di detenzione e spaccio, è stata comminata la pena di un anno e quattro mesi di reclusione: poiché il principio attivo della cocaina è stato stimato in venti grammi circa, all’imputato è stata riconosciuta l’attenuante della lieve entità. Il difensore ha giustificato il comportamento della madre come un tentativo di “coprire” il figlio, pur essendo all’oscuro del fatto che la droga fosse stata nascosta nel bagno di casa sua.

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