Il 25 aprile una dozzina di detenuti - la maggioranza ergastolani, appartenenti al circuito "Alta Sicurezza" del carcere di Saluzzo - si sono categoricamente rifiutati di rientrare nelle proprie celle detentive per protesta, poiché non intendevano essere assegnati a celle diverse al termine dell’isolamento. Gli stessi si sono "accampati" nel corridoio della sezione del reparto di isolamento e hanno desistito solo alle ore 2.30 del 26 aprile. A darne notizia è il sindacato Osapp, che in un comunicato spiega che "si è evitato il peggio solo grazie alla continua mediazione del personale di Polizia penitenziaria".
Sempre il 26 aprile - prosegue il comunicato - "quattro detenuti dello stesso istituto, anch'essi appartenenti al medesimo circuito 'Alta Sicurezza', si sono rifiutati di rientrare in cella. Anche oggi, 27 aprile, i quattro detenuti continuano imperterriti nella loro protesta".
Spiegano dal sindacato: "La situazione della casa di reclusione di Saluzzo sta diventando ogni giorno sempre più pericolosa: oltre ad essere messa a repentaglio la sicurezza e l'ordine dell'istituto, è minata anche l'incolumità fisica degli agenti di Polizia penitenziaria che vi prestano servizio. Il personale è completamente abbandonato a se stesso in assenza dei vertici dell'istituto. Gli stessi detenuti 'spadroneggiano a tutto campo' e il loro agire è in violazione delle regole e delle norme. Ancora una volta, come sindacato O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché dichiari con urgenza e senza ulteriore ritardo l'immediato stato di emergenza di tutte le carceri italiane. Il personale è allo stremo delle forze; speriamo che non accada qualcosa di veramente grave e irreparabile".