Cinque anni di carcere e una multa di 12mila euro, più 10mila da liquidare alla parte civile, è la pena inflitta dal tribunale collegiale di Cuneo a C.P., condannato per cessione di stupefacenti a tre minorenni e per violenza sessuale a una di loro.
L’uomo è un 40enne residente in un paese del Saluzzese, consumatore abituale di crack. Le indagini a suo carico erano iniziate nell’autunno del 2017 in seguito a un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Saluzzo nei confronti di due spacciatori africani: uno di questi, già dimorante presso il campo del Foro Boario, aveva avviato una fiorente attività di smercio di hashish, marijuana e cocaina con numerosi clienti della zona, anche minorenni. L’altro era divenuto il principale punto di riferimento nell’area per lo spaccio di crack, un pericoloso derivato della cocaina.
Dagli approfondimenti era emerso che da quest’ultimo C.P. avrebbe più volte acquistato la sostanza, avviandone all’uso anche la figlia 17enne della sua compagna, il fidanzato della ragazza e una sua amica, entrambi minorenni. Per questo era stato rinviato a giudizio dal pm Chiara Canepa con le accuse di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti a minori, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Quest’ultimo capo di imputazione, per cui l’uomo è stato invece assolto, traeva origine dalle violente liti con la moglie, che lo accusava di esercitare una cattiva influenza sulla figlia avuta da un precedente matrimonio.
Il padre della ragazza aveva riferito in aula di aver constatato la sparizione della figlia, in una notte del febbraio 2018. La giovane era ritornata solo il giorno dopo, in stato di evidente alterazione, riferendo di essersi recata a Torino con il patrigno e di avere acquistato crack insieme a lui. In seguito a questo episodio era stata ricoverata in ospedale e aveva poi seguito un programma di disintossicazione presso il Sert.
La circostanza era stata confermata anche dall’imputato, che aveva ammesso di aver fumato crack in quattro diverse occasioni insieme ai tre ragazzi ma aveva negato di averli ‘iniziati’ lui alla droga, sostenendo che fosse stato proprio il fidanzato della figliastra a presentargli lo spacciatore attivo a Saluzzo. L’uomo aveva inoltre negato di aver molestato sessualmente l’amica della giovane, costituitasi come parte civile. Secondo le testimonianze dei tre minori, C.P. l’avrebbe più volte palpeggiata nelle parti intime con la scusa di aiutarla ad accendere la pipetta di crack.