Sono stati rintracciati e arrestati a Saluzzo due dei tre indiziati dai Carabinieri della Compagnia di Chiavari per plurimi furti in abitazione.
Nella notte tra sabato 16 e domenica 17 luglio, i militari hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Genova. I tre, cittadini italiani residenti nel campo nomadi di Genova Bolzaneto, sono accusati di una serie di “colpi” commessi tra il gennaio e il maggio 2021 a Leivi, Chiavari e Lavagna, nel Genovese, oltre che a Livorno.
L’attività investigativa è in continuità con quella che nello scorso settembre aveva portato all’arresto di due coniugi rumeni ad Oppeano (VR). La coppia doveva rispondere di rapine ai danni di anziani sul lungomare di Chiavari e Lavagna. Grazie al monitoraggio del territorio e una serie di servizi preventivi avviati dall’Arma, si era riusciti a individuare il modus operandi dei rapinatori. Giunti a Chiavari dal Nord Italia, individuavano le vittime preferibilmente di età avanzata e le facevano avvicinare dalla donna che riusciva, con abilità e velocità fuori dal comune, a sfilare loro gli orologi di valore che portavano al polso. I due, dopo dispendiosissimi servizi di pedinamento e analisi delle telecamere di video sorveglianza cittadina, erano stati individuati dapprima nell’hinterland milanese e, successivamente, ad Oppeano, nella cintura Veronese, e tratti in arresto su disposizione della Procura genovese.
Nel corso delle indagini ci si era trovati costretti a fronteggiare anche il fenomeno dei furti in abitazione, commessi sempre in assenza dei proprietari delle case svaligiate. Ancora una volta i responsabili avevano dimostrato perfetta conoscenza dei luoghi e delle tempistiche, ragione per la quale è stata attuata una capillare analisi dei filmati delle telecamere di video sorveglianza che ha consentito di individuare una serie di auto sospette. Gli appostamenti avevano permesso di collocare sulla scena dei vari furti le autovetture in uso agli odierni arrestati, ma l’utilizzo di targhe contraffatte non ne aveva permesso l’identificazione.
È stato necessario l’ausilio di attività tecnica di vario genere per dare un nome ed un volto agli autori dei furti, due dei quali sono stati, come già scritto, rintracciati a Saluzzo nella nottata tra sabato e domenica. Il terzo è stato raggiunto dal provvedimento restrittivo presso il carcere di Marassi, ove si trovava ristretto per reati analoghi.