SALUZZO - Investì e uccise un’anziana a Saluzzo, condannato un corriere cheraschese

Emilia Garzino, 86enne, morì il primo febbraio 2016 dopo essere stata urtata da un furgone DHL in piazzetta Santa Maria: fatali le ferite alla testa

a.c. 16/07/2019 15:18


Fu una terribile fatalità a provocare la morte della pensionata saluzzese Emilia Garzino il mattino del 1 febbraio 2016. L’86enne venne urtata mentre stava attraversando la strada in piazzetta Santa Maria, davanti alla farmacia Marocchino, da un furgone del corriere espresso DHL in uscita dall’antica Porta.

Alla guida del mezzo c’era F.B., autista cheraschese di 49 anni, che allertò i soccorsi dopo essersi reso conto di quanto accaduto. L’anziana venne colpita a un piede dalla parte anteriore sinistra del veicolo, ma la caduta le procurò lesioni gravi alla testa. Malgrado il rapido trasporto fino alla centrale operativa del 118 e poi al pronto soccorso del CTO di Torino con l’elisoccorso, la donna morì lo stesso giorno.

Al corriere, accusato di omicidio colposo, si contestava di non aver messo in atto tutti gli accorgimenti per evitare l’investimento. Secondo la Polizia Municipale il furgone, che procedeva a velocità molto bassa, aveva anche percorso un breve tratto in contromano, sebbene all’epoca fosse presente solo la segnaletica orizzontale e nessun divieto di svolta a sinistra: in seguito il Comune di Saluzzo ha modificato la viabilità stradale inserendo la rotonda e un attraversamento per i pedoni. È stato inoltre eliminato il parcheggio a lisca di pesce che secondo la difesa avrebbe contribuito a ostruire la vista del guidatore.

L’avvocato Scaglione, difensore dell’imputato, ha sostenuto che fosse comunque impossibile accorgersi della presenza di pedoni in quella posizione, nonostante F.B. avesse guardato sia a destra che a sinistra prima di immettersi nell’incrocio. A provocare il tragico incidente avrebbe quindi concorso un’imprudenza della vittima, che non si trovava sull’attraversamento pedonale.

Il giudice Marco Toscano ha comunque ritenuto provata la responsabilità dell’autista e l’ha condannato alla pena di sei mesi, più altrettanti di sospensione della patente.

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