“Che fine hanno fatto i 25 tamponi che il nostro personale e gli ospiti hanno eseguito lo scorso 7 aprile?”. A chiederselo è Silvio Ferrato, presidente della casa di riposo di Sanfront, che ha stamane ha scritto al Prefetto di Cuneo Giovanni Russo, al presidente della Regione Alberto Cirio, e alle autorità sanitarie nella speranza di saperne di più. La struttura di all’imbocco della valle Po da settimane denuncia ritardi nei test a ospiti e operatori, mentre da dieci giorni la Rsa è diventata il fulcro dei contagi in paese con trenta casi positivi, di cui la maggior parte legati alla stessa.
Quel che appare paradossale è che lo scorso martedì 7 aprile sono stati effettuati 58 tamponi a tutto il personale (46) e a 12 ospiti, ma se a tre giorni di distanza sono arrivati 33 esiti, trascorsa più di una settimana non si sa che fine abbiano fatto i test di 22 dipendenti e 3 degenti. “Non ci è stato possibile neanche sapere dove siano materialmente in quanto non sono riuscito a capire se esiste una seppur minima tracciabilità - spiega Ferrato - Quando compro su Amazon una matita ho un tracking online costante in tutta Europa e qui non sappiamo dove si trovano 25 tamponi che non sono usciti dalla regione”.
I problemi non si fermano qui: “Abbiamo quattro OSS e una persona che lavora in cucina, che sarebbero oro per il prosieguo della nostra attività, risultate positive al tampone lo scorso 2 aprile, attualmente asintomatiche ed a casa che vorrebbero rientrare in servizio ma che nessuno ha ancora contattato per programmare i tamponi di riscontro; la responsabilità di ciò viene rimbalzata dal medico competente all’Asl, ai medici di base - continua il presidente della struttura, già sindaco di Sanfront -. Mi sto attivando, con l’aiuto del direttore sanitario per avere i tamponi e farli direttamente qui in struttura ma non sono ancora certo sia possibile”.
“Siamo subissati di richieste di mail, tabelle, previsioni, protocolli da seguire ed altre incombenze burocratiche - conclude amareggiato Ferrato -. Abbiamo conforto e comprensione da tutti ma con quelli non campiamo un solo giorno in più: il colmo è sapere, che in questa struttura, oggi la stragrande maggioranza di ospiti non ha sintomi Covid e forse saremo costretti a cedere per l’inettitudine e la disorganizzazione dell’apparato burocratico”.