CASTELDELFINO - Lite tra sindaco ed ex sindaco a Casteldelfino, il pm chiede un’assoluzione

Alberto Anello, capo dell’opposizione, risponde di diffamazione dopo la denuncia di Domenico Amorisco: “Frasi infelici, ma non c’è reato” secondo la Procura

Andrea Cascioli 07/06/2024 18:15

Si è chiamato in causa anche il siparietto tra la premier Meloni (“quella st… della Meloni” nelle sue stesse, ironiche, parole) e il governatore campano De Luca, discutendo il caso di diffamazione che vede imputato l’ex sindaco di Casteldelfino Alberto Anello, denunciato dal suo successore Domenico Amorisco.
 
Due gli episodi contestati all’attuale capo dell’opposizione consiliare, a cominciare da una battuta sfuggita durante il primo consiglio comunale: “Siamo stati noi a sostituire i bagni alla turca con i wc nei servizi del municipio: così se devi fare la popò, perché alla tua età può succedere, te li trovi”. “Un’espressione quantomeno infelice, sgradevole, con i toni della derisione” secondo il pubblico ministero Alessandro Borgotallo: ma basta a configurare un reato? No, risponde. Anzitutto perché un requisito della diffamazione è l’assenza del diffamato, dunque la sua impossibilità a difendersi: “Questa frase viene pronunciata in presenza del diretto interessato, aveva possibilità di replicare in tempo reale. Questo fa della condotta un illecito civile, non integra il delitto di diffamazione: sarebbe, semmai, l’ormai depenalizzata ingiuria”.
 
Meno immediato il ragionamento sull’altra contestazione, un post scritto sul gruppo Facebook Vivo Casteldelfino in cui Anello si interrogava sull’asserita presenza di Amorisco in municipio, dopo le elezioni del 2016. Elezioni dove le parti erano invertite: Amorisco era sindaco uscente e Anello quello entrante. “Parliamo di cosa faceva il mio sfidante nel mio ufficio, il giorno dopo che sono stato eletto, senza aver avvertito il sindaco in carica” scriveva, poche settimane prima della sfida alle urne, l’allora sindaco in carica. “Il fatto storico che Amorisco si trovasse in quei paraggi - precisa il pm - parrebbe essere vero, perché due testi lo hanno confermato”. Ma a prescindere da questo, secondo la Procura la frase non ha portata diffamatoria. Diversa è la conclusione per quanto riguarda il coimputato di Anello, l’ex presidente del circolo saluzzese di Fratelli d’Italia Mario Pinca. Anche per lui la pietra dello scandalo è un commento su Facebook, nel quale si facevano allusioni all’età avanzata di Amorisco: “Non ha più la testa”, ma anche “non candidarti se non hai le condizioni psicofisiche, stia a casa, vai a funghi, fai qualcos’altro!”. Qui la diffamazione è provata, sostiene il rappresentante dell’accusa: “Il problema è la continenza dell’espressione. Tanto più se leggiamo queste frasi alla luce della polemica innestata dalle precedenti”. Per l’esponente di Fdi, dunque, si chiede una multa pari a 516 euro.
 
L’avvocato Adalberto Pasi, patrono della parte civile, ha descritto tutte le frasi incriminate come “una forma di esposizione di fatti che nulla hanno di politico e quindi non possono trovare ingresso nei principi che la Cassazione ha introdotto, per esimere dal reato di diffamazione”. “Traspare cattiveria, squallore” afferma il legale, costituitosi in giudizio anche per conto dell’amministrazione: “Si insinua che il Comune sarebbe retto da un inetto non più capace di intendere e di volere, di conseguenza anche il Comune è parte offesa”. Per Domenico Amorisco è stato chiesto un risarcimento di 10mila euro, più altri 5mila in favore dell’ente. “Il messaggio su Facebook non ha avuto conseguenze per la reputazione di Amorisco, tant’è che poi è stato eletto sindaco” obietta l’avvocato Oscar Monchiero, difensore di Anello: “Questo messaggio, lo dice anche Amorisco nella sua deposizione, non ha suscitato clamore e commenti. Amorisco si è ritenuto offeso, dice in querela, perché la notizia della sua presenza in municipio è ‘falsa’, invece era vera”. Ma altrettanto vale per Pinca, secondo la versione dell’avvocato Noemi Mallone: “Il commento di Pinca è estrapolato dalla pagina, non è stata ricostruita la vicenda: si riferisce ad un articolo di giornale, nel quale si dava notizia della mancata partecipazione di Amorisco a un dibattito. Pinca ha espresso una valutazione di tipo politico”.
 
Il prossimo 16 luglio si attende la sentenza del giudice.

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