“Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male” scriveva Friedrich Nietzsche più di un secolo fa. Un assunto che anche il tribunale di Cuneo ha preso alla lettera, assolvendo una donna italiana che i carabinieri avevano denunciato per spaccio dopo una perquisizione.
Nel febbraio del 2021, a Saluzzo, i militari dell’Arma avevano sorpreso in auto il marito di G.C., l’imputata, nell’atto di vendere una droga a un acquirente. Oltre ai soldi provento della cessione, gli avevano trovato addosso altre dosi. Per questo si era deciso di procedere anche alla perquisizione domiciliare. Su quanto accaduto in seguito si è espresso in aula il luogotenente Giancarlo Usai, comandante del Norm di Saluzzo: “Ha invitato la moglie a consegnare la droga. Lei è andata in camera insieme a un maresciallo donna e ha estratto dalle mutande che aveva indosso un bilancino, un frammento di hashish da 58 grammi e un involucro con 39 confezioni termosaldate, contenenti una polvere bianca”.
All’esame con i reagenti, quella polvere si era rivelata essere cocaina. Il marito di G.C. aveva inoltre consegnato ai militari una somma pari a 1500 euro che teneva nella tasca di una giacca. Il luogotenente Usai ha precisato tuttavia che, a differenza del marito, la moglie non era nota alle forze dell’ordine. Il giudice ha ascoltato la testimonianza di tre diversi clienti del presunto spacciatore. Tutti loro hanno confermato di aver sempre trattato con lui e di non conoscere G.C., se non per via del legame familiare tra i due.
Questo particolare si è rivelato decisivo per escludere, agli occhi del giudice, l’ipotesi della complicità. La donna è stata perciò assolta per non aver commesso il fatto.