Un bilancino, un panetto di hashish da mezzo etto e un involucro con 39 dosi di cocaina. Tutto nascosto nelle mutande. A rivelare il “tesoro” occultato da una donna di Saluzzo fu la perquisizione eseguita dai carabinieri, nell’abitazione dove conviveva con il marito.
Ora G.C. deve rispondere del reato di spaccio di stupefacenti, sebbene l’indagine fosse partita non da lei ma proprio dal marito. Nel febbraio di due anni fa l’uomo era stato sorpreso in auto dai carabinieri, nell’atto di vendere una dose a un acquirente. Oltre ai soldi provento della cessione, i militari gli avevano trovato addosso altre dosi. Per questo si era deciso di procedere anche alla perquisizione domiciliare. Su quanto accaduto in seguito si è espresso in aula il luogotenente Giancarlo Usai, comandante del Norm di Saluzzo: “Ha invitato la moglie a consegnare la droga. Lei è andata in camera insieme a un maresciallo donna e ha estratto dalle mutande che aveva indosso un bilancino, un frammento di hashish da 58 grammi e un involucro con 39 confezioni termosaldate, contenenti una polvere bianca”.
All’esame con i reagenti, quella polvere si era rivelata essere cocaina. Il marito di G.C. aveva inoltre consegnato ai militari una somma pari a 1500 euro che teneva nella tasca di una giacca. Il luogotenente Usai ha precisato tuttavia che, a differenza del marito, la moglie non era nota alle forze dell’ordine. Il giudice ha ascoltato la testimonianza di tre diversi clienti del presunto spacciatore. Tutti loro hanno confermato di aver sempre trattato con lui e di non conoscere G.C., se non per via del legame familiare tra i due.
Il 22 settembre è in calendario l’udienza di completamento dell’istruttoria, cui seguirà la discussione.