Avevano fatto irruzione in due in un’abitazione nel cuore della vecchia Saluzzo, utilizzando le chiavi rubate in precedenza. “Dacci i soldi o il fumo” l’intimazione rivolta all’unico occupante, un ragazzo della loro età, svegliato di soprassalto e picchiato a sangue dagli intrusi a volto coperto.
La vittima, terrorizzata, aveva consegnato i quaranta euro che teneva nel portafoglio: non era bastato a evitargli la violenza, un colpo assestato alla nuca mentre era ancora a letto, che lo aveva fatto sanguinare dalla testa. Appena usciti, i rapinatori avevano cercato di rifarsi su un passante che camminava in via Volta. Anche lui giovanissimo, era stato approcciato dai malviventi mentre rincasava. “Mi hanno fermato chiedendomi se volessi del fumo, io ho risposto di no” ha ricordato il testimone: “Uno dei due mi ha intimato di dargli il portafoglio e ha cercato di prenderlo, dopo pochi secondi un mio vicino, che aveva assistito alla scena, ha urlato. Loro sono scappati”.
Il sostituto procuratore ha parlato di “una bomba a orologeria sociale” nel descrivere il comportamento di due soggetti che non si sono fatti scrupolo di mettere in atto “una ricerca di soldi o divertimento chimico per una serata di festa, colpendo anche vittime indeterminate”. I carabinieri ci avevano messo poche ore per rintracciare due sospettati, la notte stessa. Era successo quasi per caso, intervenendo dopo una rissa in piazza Cavour: Carlo Alberto Bersia, uno dei due ragazzi identificati, aveva ancora in tasca le chiavi dell’abitazione di via Volta, una “guest house” utilizzata dal ristorante Le Quattro Stagioni per i suoi dipendenti. Insieme a lui era stato portato in caserma il diciannovenne Ebrahim Errabihi. Diciotto e diciannove anni all’epoca, entrambi residenti a Saluzzo, i due avevano già precedenti penali, nel caso di Errabihi anche per reati commessi da minorenne.
Bersia ha risarcito le vittime e patteggiato una condanna sotto i tre anni. Errabihi, finito a processo per rapina pluriaggravata, tentata rapina pluriaggravata e lesioni personali, è stato invece assolto per non aver commesso il fatto dai giudici di Cuneo. Troppo vaghi gli indizi a suo carico, secondo il tribunale: solo il ragazzo aggredito in strada lo aveva riconosciuto, dopo qualche incertezza, grazie a una foto su Instagram. Ma l’avvocato Fabrizio Filipponi, difensore dell’imputato, sostiene che qualcosa non torni: in particolare l’abbigliamento del 19enne, che sarebbe stato diverso da quello del rapinatore ignoto. La vittima della rapina in casa, aggiunge il legale, aveva descritto due individui a petto nudo, con la maglietta tirata sul volto: non aveva menzionato, però, le cicatrici che Errabihi ha sulle spalle e su un braccio.
Resta così senza un volto né un nome l’altro artefice di quell’assurda serata di sangue e droga del luglio 2023. Per l’accusato, finito agli arresti domiciliari, la Procura aveva chiesto una condanna a nove anni di carcere.