FRASSINO - Ottantenne denuncia una folle aggressione a Frassino: “Il vicino mi ha spinto verso il forno acceso”

“Adesso ti faccio cuocere lentamente” avrebbe detto l’uomo, secondo la testimonianza di chi lo ha querelato. All’origine una lite tra condomini per il fumo

a.c. 09/05/2023 19:26

Una “questione in sospeso” tra vicini, legata alla presenza di un forno condominiale, è all’origine della discussione che ha portato a processo U.B., ora chiamato a rispondere di lesioni, violazione di domicilio, minaccia e violenza privata.
 
A far da sfondo all’episodio il placido paese di Frassino, in val Varaita, 750 metri di altitudine e 262 residenti stanziali secondo l’ultimo censimento. Le due famiglie coinvolte sono tra quelle che in paese ci vengono come proprietarie di seconde case, per passare qualche fine settimana in tranquillità. L’aria di montagna però non ha giovato troppo alla comprensione reciproca, anzi è proprio una questione relativa all’aria ad aver messo uno contro l’altro l’ultraottantenne carmagnolese che ha denunciato l’aggressione e l’altro uomo, un braidese residente a Casalgrasso.
 
L’anziano ha rievocato in aula i fatti avvenuti una mattina d’agosto di due anni fa. Era una domenica e lui aveva appena acceso il forno, quando di punto in bianco sarebbe stato aggredito dal genero del suo vicino di casa: “Mi ha afferrato per la gola e spinto contro il forno, diceva ‘adesso ti faccio vedere io, ti faccio cuocere lentamente’. Io ho cercato di reagire, ma lui è molto più giovane. Sentivo il calore che arrivava e il fumo, mi sono messo a gridare aiuto”. Non pago, dopo averlo lasciato andare l’aggressore lo avrebbe di nuovo afferrato per la gola, minacciando di soffocarlo e mandandolo a sbattere contro un tavolino che nell’urto si era rotto: “La sua compagna è scesa di casa e l’ha portato via, lui mi si è avvicinato e ha detto che se l’avessi denunciato avrebbe raccontato che gli avevo dato una bastonata in faccia. Sono tornato a casa sconvolto, non riuscivo nemmeno a parlare con mia moglie”.
 
La persona offesa giura di non aver mai avuto da ridire con l’imputato: “Non so nemmeno come si chiami, ogni tanto lo vedevo andare a funghi e ci salutavamo. Con suo suocero invece ho avuto discussioni per via del forno”. Ecco, il forno: si tratta di una costruzione come ce ne sono ancora nelle vecchie borgate di montagna, adiacente al condominio in cui abitano le due famiglie e altri nuclei. Il suocero dell’imputato sostiene che sia abusivo: “Lo tenevano acceso per giorni interi e riempiva di fumo casa nostra. Ho proposto di mettere una canna fumaria, ma loro non lo hanno mai fatto”. Anche sua figlia, convivente di U.B., riconduce a questo la lite di quel giorno: “Quel mattino c’eravamo svegliati presto per andare a camminare, la cucina era piena di fumo. Dopo essermi messa le scarpe sono tornata e ho visto che il mio compagno non c’era più. Era andato a discutere con il vicino, chiedendo di non accendere il forno ogni giorno”.
 
Su quanto sarebbe accaduto in seguito, la donna dà una versione molto diversa: “Il vicino si è subito infervorato, è andato a chiamare la moglie urlando. Quando è tornato ha preso a gettare altra legna nel forno per dispetto. Poi sua moglie è uscita di casa e lui ha detto ‘quello mi vuole mettere nel forno’, aveva anche un bastone in mano”. Nessuna minaccia e nessuna aggressione fisica, secondo la testimone della difesa. L’unica cosa certa è che, da allora, non ci sono più state discussioni: “Il forno non l’hanno più acceso quando ci siamo noi. Il problema non è che facciano qualche grigliata ogni tanto, ma che lo lasciassero acceso per intere giornate”. Il 6 giugno è in programma l’audizione dei testimoni restanti e dell’imputato.

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