PIASCO - Riempito di botte per i rimproveri a un gruppo di ragazzi: la disavventura di un ispettore della Polstrada

La vittima del pestaggio ha in seguito riconosciuto due presunti aggressori, oggi a processo: “Ero sceso da casa per chiedergli di smettere di parlare ad alta voce”

a.c. 24/09/2021 17:46

 
Non sapevano di trovarsi davanti a un membro delle forze dell’ordine gli autori del pestaggio perpetrato nel febbraio 2020 a Piasco, ai danni di un 45enne ispettore della Polizia Stradale di Saluzzo: “Quando sono sceso sul porticato condominiale non mi sono qualificato, ho solo chiesto a quel gruppo di ragazzi di spostarsi perché stavano facendo rumore e disturbavano anche il riposo di anziani e bambini”.
 
Tanto sarebbe bastato, spiega la vittima dell’aggressione, per scatenare la furia dei giovani, accorsi per la festa di carnevale e forse un po’ alticci verso la mezzanotte: “Loro - racconta - hanno continuato a parlare mostrandosi insofferenti, al che li ho avvisati che avrei chiamato i carabinieri. Uno di loro si è avvicinato ma sono arretrato per evitare lo scontro: erano in sei o sette. Quando sembrava che stessero per tornare verso la piazza un altro ragazzo del gruppo mi ha sferrato un pugno alla tempia, lasciandomi stordito”. Il poliziotto ha in seguito riconosciuto il presunto aggressore nella persona di Z.S., cittadino marocchino residente a Saluzzo. Insieme a lui è accusato di lesioni E.E., albanese di Verzuolo.
 
Tutti i componenti del “branco”, però, avrebbero preso parte attiva in quell’assurda esplosione di violenza: “Il primo colpo è arrivato mentre stavo impostando la chiamata al 112. A quel punto mi sono saltati addosso con pugni e calci: io mi sono rannicchiato a terra nel tentativo di limitare i danni”. Nessuno, ha aggiunto la parte offesa, era intervenuto per fermare quel pestaggio, tuttavia alcune ragazze erano sedute a poca distanza e l’ispettore ritiene che possano aver assistito sia alla discussione che ai fatti successivi. Per il 45enne quella brutta serata si era conclusa con una frattura del setto nasale e 21 giorni di prognosi, seguiti però dopo poco da una rottura del crociato che attribuisce al medesimo episodio: “Sono tornato a lavorare solo ad agosto, dopo cinque mesi e mezzo”.
 
L’agente, costituitosi come parte civile nel procedimento, afferma di non aver mai visto prima quei ragazzi: “Circa otto mesi dopo, tuttavia, ero in servizio di controllo a Falicetto, nel comune di Verzuolo. Un’auto ha sterzato bruscamente a destra appena ha visto la volante ed è andata a finire contro un muro: quando siamo intervenuti non era più presente nessuno, ma si è scoperto che il veicolo era riconducibile a E.E.”.

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