La pattuglia dei carabinieri si era insospettiva vedendo transitare una Ford Focus di colore grigio che appariva molto carica, più di quanto la presenza di tre persone a bordo potesse far supporre.
Insospettiti anche dall’orario, le quattro meno un quarto di notte, i militari del NORM di Saluzzo avevano fatto inversione e seguito il veicolo, che nel frattempo aveva aumentato la velocità. A un certo punto, hanno riferito, la Focus aveva accostato: “Li abbiamo visti fermarsi per pochi secondi e lasciare qualcosa prima di ripartire, circa trecento metri dopo li abbiamo fermati” ha raccontato il capopattuglia al giudice.
Sul mezzo fermato appena fuori dall’abitato di Lagnasco erano stati identificati il conducente A.P., di nazionalità albanese, e i passeggeri G.G. ed E.G., un uomo e una donna, originari della Lituania. L’autista, ha spiegato il carabiniere, “era sudatissimo e aveva detto di aver appena cambiato la ruota della macchina. In effetti la macchina aveva il ruotino, ma non era stato cambiato da poco”. Aprendo il cofano, erano state notate una serie di strisciate sul cofano, “come se un oggetto in ferro fosse stato trascinato”. A poca distanza era stato recuperato un attrezzo girorami, utilizzato dai viticoltori per la potatura dei filari, insieme a un copri pianale della Ford.
L’attrezzo era risultato essere stato asportato dal piazzale antistante una ditta, nello stesso comune, dove era stato collocato in esposizione: i sospettati, secondo la ricostruzione, lo avrebbero trascinato e caricato in macchina. Il proprietario dell’impresa ha riconosciuto come suo l’attrezzo agricolo, dal peso di circa 150 kg e valutato tra i 2,5 e i 3mila euro. Per caricarlo in macchina, ha spiegato l’imprenditore, sarebbero servite almeno un paio di persone.
Su questo punto si è incentrato il confronto tra la Procura e la difesa dei tre imputati, rinviati a giudizio per ricettazione in seguito a questo episodio del settembre 2019. L’accusa aveva chiesto la condanna a carico di tutti, ritenendo più grave la posizione dell’autista (per il quale sono stati chiesti nove mesi di reclusione e 600 euro di multa) e meno grave quella dei due passeggeri (sei mesi di reclusione e 400 euro richiesti per entrambi). La difesa ha obiettato che, sebbene fosse indubbio che qualcuno avesse sottratto il macchinario quella notte, nessuno aveva visto i tre soggetti sulla Focus caricarlo o scaricarlo.
Per il giudice gli elementi raccolti si sono rivelati comunque sufficienti a condannare l’albanese e i due lituani alle pene proposte dall’accusa, accordando a tutti il beneficio della sospensione condizionale.