Ci sono voluti otto anni per arrivare a una sentenza di condanna in primo grado nei confronti di Y.E.B., cittadino marocchino oggi 33enne, chiamato a rispondere di violenza sessuale, cessione di stupefacenti e tre diversi episodi di violenza privata (per uno dei quali è stato assolto).
L’uomo, conosciuto con il soprannome di William, era noto a Saluzzo come spacciatore e per altri fatti commessi nello stesso 2012, tra cui la vendita di hashish ad alcune ragazze minorenni, era stato condannato nel 2017 a dieci mesi di carcere. Ben più pesante la condanna inflitta nell’udienza odierna dal tribunale collegiale di Cuneo: cinque anni e tre mesi di detenzione, senza sospensione condizionale.
Il procedimento era nato dalla
denuncia di una giovane, allora fidanzata con un conoscente di Y.E.B. che in alcune occasioni aveva acquistato da lui dosi di hashish. La sera del 24 agosto 2012 il pusher si trovava nell’alloggio della coppia insieme a un suo connazionale, che a un certo punto si era allontanato con il padrone di casa per pochi minuti. A quel punto Y.E.B. avrebbe iniziato a formulare insistenti
avances alla ragazza, arrivando a offrirle un telefonino cellulare in cambio di una prestazione sessuale. Di fronte al rifiuto di lei, il nordafricano si era fatto aggressivo, immobilizzando sul letto la vittima e cominciando a palpeggiarla nelle parti intime. Solo le urla e le invocazioni di aiuto della donna lo avrebbero fatto desistere e indotto alla fuga, prima che i carabinieri sopraggiungessero, allertati dai vicini di casa.
Oltre alla violenza sessuale e allo spaccio, a carico dell’imputato sono state formulate anche tre accuse di violenza privata: in varie occasioni distinte infatti avrebbe tentato di indurre l’autrice della denuncia a ritirare la querela nei suoi confronti, sia con l’offerta di denaro sia minacciandola, anche per il tramite dell’ex convivente di lei che aveva continuato a ricorrere ai suoi servizi come pusher “di fiducia”.
Il sostituto procuratore Francesca Lombardi aveva chiesto per il magrebino la condanna a sei anni e otto mesi di carcere, più 1500 euro di sanzione. Il difensore ne aveva invece domandato l’assoluzione ritenendo non attendibili le dichiarazioni dei due ragazzi riguardo alla dinamica dell’aggressione sessuale.