Avrebbe compiuto cento anni il prossimo 6 febbraio Giuseppe “Pippi” Bonatesta, storica figura del foro e della società civile saluzzese, spentosi nella serata di mercoledì 10 gennaio.
Era nato nel 1924 a Taviano, nella penisola salentina, da una famiglia di agricoltori. Nel 1943 giunse nella Granda per accompagnare la sorella, sposatasi con un finanziere: si iscrisse a legge e iniziò a lavorare per la Tot a Scarnafigi, costruendo ripari per gli aerei tedeschi. Dopo l’armistizio, mentre si recava a lavoro, venne fermato dalle SS insieme ad altri giovani e portato alla caserma Musso di Saluzzo, da dove sarebbe stato deportato in Germania: “Ci hanno chiusi in un carro bestiame, pensavo che sarei finito in una camera a gas e piangevo” avrebbe raccontato, molti anni dopo, in un’intervista. Invece erano stati condotti in una fabbrica di carri armati a Kirchmöser, nel Brandeburgo. Mesi di lavori forzati in condizioni durissime, tra patimenti e percosse, conclusi con una rocambolesca fuga insieme ad altri deportati.
Al ritorno in Italia, Bonatesta si era laureato e avviato alla professione legale: avrebbe indossato la toga per ben 61 anni, dal 1952 al 2013, poco prima della chiusura del tribunale di Saluzzo. “Ma da giovane ho dovuto fare i conti con il razzismo diffuso verso i meridionali e non è stato facile” ricordava. Nel 1953 aveva fondato il Lions Club di Saluzzo-Savigliano, più tardi avrebbe ricoperto varie altre cariche tra cui quella di consigliere della Cassa di Risparmio di Saluzzo e membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Fu anche presidente dell’associazione Ex Internati e venne insignito della medaglia d’onore per gli internati nei lager nazisti.
Vedovo dal 2016 di Camilla Savio, conosciuta nell’Azione Cattolica e sposata nel 1955, lascia i figli Carmela, Maurizio (anch’egli avvocato, già presidente dell’Ordine a Saluzzo) e Maria Elena. Venerdì 12 alle 18 la recita del rosario in cattedrale a Saluzzo. I funerali si terranno sabato 13 alle ore 15, nella chiesa di San Bernardino.