Aveva pianificato un agguato in piena regola contro l’ex moglie e il nuovo compagno di lei, appostandosi alle cinque di mattina davanti alla loro abitazione. Per questo V.K., un 47enne albanese residente a Scarnafigi, è stato condannato per lesioni personali e minacce dal giudice di pace di Saluzzo.
La notizia, però, è che questa volta non ci si è limitati alla ‘classica’ pena pecuniaria. La giudice Luciana Audisio infatti ha disposto per l’aggressore la pena di 24 giorni di permanenza domiciliare: si tratta di una sanzione alternativa con cui il giudice di pace può obbligare il condannato a rimanere presso la propria abitazione nei giorni di sabato o domenica, in un periodo di tempo compreso tra un minimo di sei e un massimo di quarantacinque giorni.
“Non avevo mai visto comminare questo tipo di pena” commenta l’avvocato Fiammetta Rosso, che ha difeso la donna, anche lei di nazionalità albanese, e il suo attuale convivente rumeno. Il mattino del 4 agosto 2016 i due erano stati presi a pugni da V.K. mentre stavano uscendo di casa per recarsi a lavoro: “Ti ammazzo, sei andato a mangiare a casa mia” avrebbe detto l’ex marito all’altro uomo, strattonando lei per i capelli e provocando a entrambi lesioni con una prognosi di 15 giorni.
Il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva chiesto 1500 euro di multa, che la giudice ha commutato in una misura detentiva. Per l’avvocato Rosso si tratta di “una sanzione adeguata non solo all’aggressione fisica ma alla minaccia alla libertà della mia cliente”: la donna aveva dovuto sottostare a numerose imposizioni fin da quando i due erano ancora sposati. Lui, per esempio, le aveva impedito di cercare un lavoro per costringerla a restare in casa.
Dopo il divorzio, l’ex moglie di V.K. ha allevato le due figlie piccole senza ricevere contributi economici da lui, e ha ricostruito la propria vita con il nuovo compagno: una situazione che a quanto pare era inaccettabile per un uomo condizionato, secondo il legale della donna, da “un maschilismo che è retaggio della cultura di provenienza e purtroppo anche di molta cultura italiana”.