SALUZZO - Spacciava droga ai minorenni a Saluzzo: “Sono cambiato, chiedo un’altra possibilità”

Il 23enne, oggi con un lavoro stabile, è stato condannato a un anno e mezzo di carcere: “Non sapevo fossero così giovani” la sua giustificazione di fronte ai giudici

a.c. 11/11/2022 18:41

Non gli è bastato spiegare ai giudici che quel periodo della sua giovane vita è ormai alle spalle, che oggi ha un lavoro stabile e l’assistenza di una psicologa. Il 23enne R.V., albanese residente a Saluzzo, è stato condannato per spaccio di stupefacenti da un collegio del tribunale di Cuneo, chiamato a giudicarlo per una serie di episodi commessi quando era maggiorenne da pochi mesi.
 
A lui i carabinieri della capitale del marchesato, coordinati dal luogotenente Fabrizio Giordano, erano arrivati dopo lunghe indagini. Nel 2018 i militari dell’Arma avevano trovato una busta con quasi un etto di marijuana, puntando l’attenzione sul sospetto pusher. Dall’esame dei suoi tabulati telefonici erano emersi fitti contatti con diversi giovani e giovanissimi, almeno cinque dei quali minorenni all’epoca dei fatti. Tutti, negli interrogatori, avevano ammesso di essersi riforniti da lui di hashish e marijuana. In aula c’è stato chi ha ritrattato, forse per alleggerire la posizione dell’amico: lo ha fatto un saluzzese oggi 21enne, detenuto per una decina di furti in abitazione e per rapina. Le prove contro l’albanese, però, erano troppe.
 
Dal canto suo l’imputato, arrestato nella primavera scorsa all’esito delle indagini, non si è sottratto a una piena assunzione di responsabilità: “In quel periodo era tossicodipendente, adesso sto lavorando in regola e sto cercando anche un altro lavoro. Non sono più quello di una volta: una psicologa mi segue e mi sta aiutando”. In merito alla giovanissima età di molti dei suoi clienti, in realtà poco più piccoli di quanto fosse lui stesso, si è giustificato dicendo “non sapevo che molti di quei ragazzi fossero minorenni”.
 
“Decisamente poco credibile che non conoscesse l’età degli acquirenti all’epoca” ha osservato il sostituto procuratore Francesca Lombardi, riconoscendogli tuttavia le attenuanti per la giovane età e per il comportamento processuale tenuto. Per lui la Procura aveva chiesto la condanna a 13 mesi di reclusione e a 1600 euro di multa. La difesa ha rimarcato le “oggettive difficoltà” legate al vissuto del ragazzo, testimone di violenze familiari durante l’infanzia e segnato da un disagio cognitivo. Sottoposto ai domiciliari e poi all’obbligo di firma, il 23enne aveva già patteggiato una precedente condanna per episodi analoghi.
 
I giudici hanno riconosciuto la continuazione del reato, condannandolo a una pena finale di un anno e mezzo e a 1700 euro di sanzione. Nei suoi confronti è stata disposta la revoca della condizionale.

Notizie interessanti:

Vedi altro