Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Saluzzo, coadiuvati dalle unità cinofile antidroga di Volpiano (TO), hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di due africani e un italiano dimoranti nel Saluzzese, ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, mentre, il solo italiano, anche di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.
L’articolata attività investigativa che ha condotto all’applicazione dei provvedimenti cautelari, ha preso avvio nell’autunno del 2017, nel contesto del costante monitoraggio del fenomeno dello spaccio di droga nell’area Saluzzese. In particolare, è stato accertato che uno degli indagati di origine africana, già dimorante presso il campo del Foro Boario di Saluzzo, aveva avviato una fiorente attività di spaccio di stupefacenti del tipo hashish, marjuana e cocaina in favore di numerosissimi acquirenti del luogo, tra cui molti soggetti di minore età. Nel contesto delle attività d’indagine, è emersa inoltre, anche la figura di un altro straniero, anch’egli proveniente dal centro Africa, il quale era divenuto il principale punto di riferimento della zona per lo spaccio della pericolosissima sostanza denominata “Crack”. Tale sostanza viene ricavata tramite processi chimici dalla cocaina, con una base debole a base di bicarbonato o ammoniaca che rendono la sostanza pura. E’ infatti uno stupefacente altamente pericoloso, in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione, nonché disinibire i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale.
Numerose le cessioni di droga documentate fino al mese di marzo 2018, tutte poste in essere secondo rodate modalità: il cliente telefonava allo spacciatore su utenze sempre diverse o gli inviava un sms con la richiesta di incontro; questi fissava il luogo dell’appuntamento o comunicava che avrebbe raggiunto l’acquirente a domicilio per consegnare la droga e ricevere il corrispettivo in denaro, variabile, a seconda della tipologia di sostanza. In alcune occasioni, gli abituali acquirenti, spesso anche minorenni, in cambio della dose, cedevano agli spacciatori oggetti vari, in molti casi anche telefoni cellulari.
Infatti, nel corso delle perquisizioni eseguite a carico dei due indagati, oltre a 27 telefoni cellulari, alcuni provvisti di sim card, due tablet, un PC portatile, sono stati rinvenuti circa 900 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita di spaccio e circa 6 grammi di cocaina, già suddivisa in 11 dosi pronte per essere cedute. Diversi quantitativi di sostanza stupefacente erano stati già sequestrati ad alcuni acquirenti nel corso dell’indagine, a riscontro delle ipotesi delittuose contestate.
Gli approfondimenti investigativi sulle illecite attività commesse dai due stranieri, hanno fatto poi emergere un quadro sconcertante, permeato di violenza e abiezione in ambito familiare e in danno di persone di minore età. Si accertava, infatti che un soggetto italiano residente nel saluzzese, abituale consumatore di crack, acquistato in plurime occasioni da uno degli stranieri indagati, aveva avviato all’uso di tale pericolosa sostanza alcuni ragazzi minori di 18 anni, tra cui la figlia della propria convivente. Addirittura, in una circostanza, un soggetto che aveva appena assunto quella sostanza, aveva accusato un forte malore e, pertanto, veniva ricoverato in Ospedale.
Anche in questo caso, la particolare attenzione rivolta dai Carabinieri al fenomeno della diffusione delle droghe e alla correlata tutela dei minori, ha consentito di accertare in maniera puntuale e tempestiva come l’uomo aveva effettuato numerose cessioni di crack ai giovani acquirenti, in molti casi assunto insieme con loro, giungendo finanche a costringere due ragazze minorenni a subire atti sessuali consistiti in palpazioni delle parti intime, approfittando degli effetti destabilizzanti della droga sulla loro psiche.
Le attività investigative facevano altresì emergere che l’indagato aveva reiteratamente maltrattato la propria convivente, con atti di violenza fisica e verbale, solo perché costei si era opposta con forza al suo stile di vita dissoluto, contestandogli di avere un’influenza negativa sulla propria figlia
minore e sull’intero nucleo familiare.
Con le odierne misure cautelari è stato quindi disposto per i due africani il divieto di dimora nella provincia di Cuneo e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, mentre all’italiano è stato applicato congiuntamente il divieto di dimora e di avvicinamento alle persone offese dal reato. Sono tuttora in corso accertamenti finalizzati a stabilire l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nelle attività illecite contestate e se vi siano altri minori dediti all’uso di droghe.