I reati ipotizzati dal sostituto procuratore Pier Attilio Stea sono quelli di distruzione di bellezze naturali, abuso edilizio e paesaggistico e falso ideologico. Devono risponderne davanti al tribunale di Cuneo un malgaro di Oncino, S.M., e il geometra C.G., titolare di uno studio tecnico di Revello. I due sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Peirone e Martino.
Secondo le accuse, nel corso del 2018 il malgaro avrebbe trasformato un sentiero in una strada carrabile, portando la larghezza del tracciato a tre metri in modo da accedere con più facilità ai suoi pascoli. Il problema è che quei lavori, eseguiti in località Meire Dacant-Croce Bulè nel comune di Oncino, avrebbero sconfinato nel territorio del Parco del Monviso, violandone i vincoli paesaggistici e idrogeologici.
A rilevarlo erano stati i Carabinieri Forestali di Barge durante un primo sopralluogo nell’ottobre dello scorso anno. I militari avevano evidenziato una discrepanza tra la volontà progettuale e la superficie interessata dai lavori: mentre nel progetto si parlava di un’area di 2300 mq e di una movimentazione terra stimata in 58 metri cubi di volume, in concreto sarebbe stati coinvolti 8mila mq di terreni e movimentati circa 300 metri cubi. “Il progetto indicava lavori di manutenzione sul tracciato esistente - ha testimoniato un carabiniere in aula - ma la strada non era costruita in corrispondenza col sentiero”.
Lo sconfinamento nel Parco era accertato, secondo il personale dell’Arma, dalle rilevazioni effettuate con il Gps. Ma a detta del guardiaparco locale si sarebbe dovuto notare anche dalla presenza dei cartelli: “S.M. ne era perfettamente a conoscenza. Solo un anno prima aveva fatto lavori di ripristino su una parte del sentiero in una zona più a monte, per condurre le mandrie al pascolo”.
Anche il sindaco di Oncino, Alfredo Fantone, ritiene che la strada sia stata costruita in violazione dei vincoli demaniali: “Il geometra C.G. sostiene che fosse carrabile fin dai primi del Novecento ma non è vero. È sempre stata una mulattiera percorribile solo a piedi o con i muli”. Per questo il Consiglio comunale aveva emanato un ordine di ripristino, cui tuttavia il privato non ha mai ottemperato: “Ho parlato molte volte con S.M. che è malgaro e concessionario di pascoli, finché a maggio abbiamo deciso di revocare la concessione. Il Comune aveva respinto la sua domanda di ripristino perché non era in linea con le nostre aspettative”.
La richiesta di sanatoria è stata archiviata in luglio. A tutt’oggi il sentiero non è stato ripristinato, anche perché, ha osservato il sindaco, un eventuale intervento a carico del Comune “inciderebbe in maniera significativa sul bilancio”.