ONCINO - Strada abusiva nel Parco del Monviso, assolti un malgaro di Oncino e un geometra

Committente e progettista erano chiamati a rispondere di una violazione dei vincoli paesaggistici per cui la ditta che eseguiva i lavori ha in seguito patteggiato

a.c. 01/08/2020 19:10

 
Sono stati assolti per non aver commesso il fatto il malgaro di Oncino S.M. e il geometra C.G., titolare di uno studio tecnico di Revello, a processo davanti al tribunale di Cuneo con accuse di distruzione di bellezze naturali e abuso edilizio e paesaggistico (cui si aggiungeva anche la contestazione di falso ideologico per il professionista). I due erano assistiti rispettivamente dagli avvocati Peirone e Martino.
 
Secondo le accuse, nel corso del 2018 il malgaro avrebbe trasformato un sentiero in una strada carrabile, portando la larghezza del tracciato a tre metri in modo da accedere con più facilità ai suoi pascoli. Il problema è che quei lavori, eseguiti in località Meire Dacant-Croce Bulè nel comune di Oncino, avrebbero sconfinato nel territorio del Parco del Monviso, violandone i vincoli paesaggistici e idrogeologici. A rilevarlo erano stati i Carabinieri Forestali di Barge durante un primo sopralluogo, che aveva evidenziato una forte discrepanza tra la volontà progettuale e la superficie interessata dai lavori: mentre nel progetto si parlava di un’area di 2300 mq e di una movimentazione terra stimata in 58 metri cubi di volume, in concreto sarebbero stati coinvolti 8mila mq di terreni e movimentati circa 300 metri cubi.
 
In seguito a questi rilievi erano stati rinviati a giudizio anche l’escavatorista che eseguì i lavori, la cui posizione è poi stata stralciata in seguito al patteggiamento chiesto e ottenuto dai titolari dell’impresa. Il giudice ha invece rilevato l’estraneità del committente e del progettista ai fatti oggetto di contestazione: per questo motivo gli imputati sono stati assolti e le richieste di risarcimento avanzate dal Comune di Oncino nei loro confronti respinte.
 
Nel luglio del 2019 il Comune aveva archiviato la richiesta di sanatoria. A tutt’oggi il sentiero non è stato ripristinato perché, ha osservato il sindaco Alfredo Fantone durante una precedente udienza, un eventuale intervento a carico del Comune “inciderebbe in maniera significativa sul bilancio”.

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