Era accusato di minacce, lesioni, violenza privata e violazione di domicilio l’uomo finito a processo dopo la lite con un vicino di casa a Frassino.
Con l’autore della denuncia, un ottantenne di Carmagnola, l’imputato U.B., braidese residente a Casalgrasso, aveva avuto da ridire per via del fumo che il forno utilizzato dall’anziano spargeva verso casa sua. “Lo tenevano acceso per giorni interi e riempiva di fumo casa nostra” ha riferito in aula il suocero dell’accusato. Il forno in questione è una costruzione adiacente al condominio, in cui hanno la loro casa di villeggiatura le due famiglie e altri nuclei. Due anni fa, in una domenica mattina di agosto, la lite era degenerata dopo che U.B. aveva affrontato il vicino.
“Mi ha afferrato per la gola e spinto contro il forno, diceva ‘adesso ti faccio vedere io, ti faccio cuocere lentamente’. Io ho cercato di reagire, ma lui è molto più giovane” ha raccontato al giudice l’ottantenne, costituitosi parte civile nel processo. “Sentivo il calore che arrivava e il fumo, mi sono messo a gridare aiuto” ha aggiunto la persona offesa, affermando di essere stato anche spinto contro un tavolino che nell’urto si era rotto: “Sono tornato a casa sconvolto, non riuscivo nemmeno a parlare con mia moglie”. Da allora, conferma la compagna dell’imputato, il forno non è più stato acceso. La donna ha comunque smentito che vi fossero state minacce o aggressioni fisiche quel giorno: “Il vicino si è subito infervorato, è andato a chiamare la moglie urlando. Quando è tornato ha preso a gettare altra legna nel forno per dispetto. Poi sua moglie è uscita di casa e lui ha detto ‘quello mi vuole mettere nel forno’, aveva anche un bastone in mano”.
Il pm Dentis aveva chiesto la condanna a sette mesi per tutti i reati contestati, menzionando l’esistenza della certificazione medica. Nel referto dell’ospedale, sulla persona offesa veniva riscontrato un arrossamento al collo oltre a vari dolori da lui riferiti. “C’erano pregressi tra le famiglie, forse quel giorno l’imputato ha perso la testa” ha ipotizzato il patrono di parte civile, avvocato Fumero: “La compagna dell’imputato dice di aver visto il vicino col bastone in mano, ma si stava solo difendendo dai colpi” ha aggiunto. “Non c’è stata violazione di domicilio, perché braciere e tettoia del forno sono stati acquistati dal condominio” ha sostenuto l’avvocato Pederzani per la difesa, che ha argomentato inoltre: “Unico testimone delle minacce è la parte civile. Le lesioni? Normale un arrossamento in una persona che aveva lavorato per tre ore vicino al fuoco. Se fosse stato scaraventato contro il tavolino avrebbe avuto lesioni di altro tipo. Sulla violenza privata la persona offesa ha cambiato versione, prima sosteneva che gli fosse stato impedito di andarsene, poi ha raccontato di essere andato da sua moglie subito dopo”.
Il giudice Marco Toscano ha condannato l’imputato per i reati di minacce e lesioni, a due mesi e dieci giorni con pena sospesa più 500 euro di risarcimento alla persona offesa. Assoluzione invece per la violazione di domicilio e la violenza privata, perché il fatto non sussiste.