Tutto era partito dalla lamentela di una giovane passeggera del treno in viaggio da Ventimiglia a Torino Porta Nuova. Al capotreno la ragazza segnalava la presenza di un gruppo assai molesto di passeggeri del suo scompartimento che disturbavano i malcapitati compagni di viaggio con schiamazzi, fumo di sigarette, lanci di bottiglie dal finestrino e perfino colpi di pistola ad aria compressa. Alcuni pallini erano stati sparati addosso a lei e a una sua amica, provocandole un livido.
Il capotreno aveva raggiunto il gruppo di disturbatori nell’ultimo scompartimento, dove questi ultimi nel frattempo si erano spostati vedendolo arrivare. Trovandoli sprovvisti di biglietti, li aveva invitati a mettersi in regola col pagamento o a scendere alla fermata successiva, quella di Cavallermaggiore. “Erano una decina di giovani che rientravano a Torino, e li ho approcciati in modo tranquillo” ricorda il ferroviere, aggiungendo: “Sarei anche stato disposto a ‘chiudere un occhio’ e fargli pagare il biglietto senza multarli, ma non hanno accolto il mio invito”. Ciò di cui non si era accorto è che la ragazza che per prima lo aveva invitato a intervenire aveva cominciato a filmare col telefonino il gruppo, provocandone la reazione.
A infervorarsi più di tutti sarebbe stato S.R., torinese nato nel 1998, che avrebbe minacciato sia la ragazza sia il capotreno che lo invitava alla calma: “Gli animi fra i due erano fin troppo accesi, per cui ho invitato lei ad allontanarsi e lui a calmarsi. Lui mi ha risposto di non intromettermi o me la sarei vista brutta, vantava di arrivare da Barriera Milano e minacciava di prendermi a pugni”. Quando ormai i giovani erano scesi a Cavallermaggiore e l’incidente sembrava rientrato, la tensione si è riaccesa all’improvviso: “Gli amici cercavano di trattenere S.R. ma lui dava in escandescenze contro di me. Mi intimava di non scendere sulla banchina. Io ho esitato un attimo, poi sono comunque sceso perché è ciò che prevedono le mie mansioni. A quel punto mi ha sferrato un pugno sul labbro”.
I ragazzi si erano subito dileguati dalla stazione, mentre il ferroviere avvertiva i Carabinieri e attendeva l’ambulanza. Dopodiché, per non creare ulteriori disservizi ai passeggeri, il capotreno aveva deciso di portare lo stesso a destinazione il convoglio, che nel frattempo aveva accumulato 50 minuti di ritardo fino a Porta Nuova. Il destino attendeva comunque al varco il presunto aggressore. Solo quattro giorni dopo quel 10 giugno 2018, infatti, è stata la stessa ragazza con cui aveva battibeccato sul treno a ritrovare S.R. a passeggio per Torino: gli agenti della Polfer hanno così potuto identificarlo in piazza Arbarello, anche in base al video girato con il cellulare. Ora deve rispondere davanti al tribunale di Cuneo per resistenza e aggressione a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e getto pericoloso di cose.
La prossima udienza per ascoltare gli ultimi testi e la sentenza si terrà il 4 febbraio.