Le guardie zoofile di Stop Animal Crimes Italia hanno denunciato all’autorità giudiziaria una donna di Genola per il reato di maltrattamento animali, in seguito al rinvenimento di un cane rinchiuso all’interno di un box fatiscente di ridotte dimensioni e legato con una corda di un metro, tra proprie feci e rifiuti vari.
Secondo le dichiarazioni rese dall’indagata, il cane era già scappato una volta aggredendo un ciclista: il box risultava costruito con materiale di risulta e fatiscente, esponendo il cane a ferite e quindi alla fuga; nel box sono stati ritrovati oggetti di plastica e rifiuti vari, il tutto in configurazione dell’ipotesi di reato di maltrattamento animali, per il quale la Procura della Repubblica di Cuneo sta procedendo con le indagini.
Il sequestro penale e relativa notizia di reato sono seguiti ad un precedente sopralluogo eseguito sempre dalle guardie un paio di settimane prima, in cui venivano date prescrizioni di adeguamento, poi del tutto disattese. Nel sopralluogo sono stati anche ritrovati resti di macellazione di ovini e arti di essi appesi ad supporto nell’area cortile.
Ricordiamo che il cane, con la nuova legge regionale 16 del 2024 non può più essere detenuto a catena e che, quale essere senziente, come tutti gli animali da compagnia, deve essere detenuto rispettando la sua etologia; non può quindi essere relegato isolato in strutture non idonee e privato delle dovute relazioni sociali con l’umano, essendo un animale per natura sociale. Violare le prescrizioni di legge può provocare al cane lesioni psicologiche, oltre che fisiche, sviluppandone per esempio l’aggressività.
Si legge in una nota: “In attesa del lavoro dell’Autorità Giudiziaria, le guardie zoofile di Stop Animal Crimes Italia continueranno a vigilare sul territorio della provincia di Cuneo, ancora troppo intrisa di animali maltrattati, isolati o utilizzati come meri sistemi di allarme, ignorandone i patimenti e le sofferenze, con particolare attenzione rivolta all’accertamento del reato di maltrattamento che in seguito alla modifica della Legge 189/2004 per intervento della Legge 201/2010 prevede pene della reclusione fino a 18 mesi e della multa fino a 30 mila euro”.
In seguito a sopralluogo eseguito dalle autorità istituzionali delegate dal magistrato, è stata poi disposta la restituzione del cane alla sua proprietaria, pur proseguendo le indagini per il reato di maltrattamento.