È costato un processo a D.L., 32enne di origini estoni residente a Savigliano, la lite scoppiata con l’ex suocera la sera del 23 settembre 2018 davanti all’abitazione di quest’ultima.
L’imputata, madre di due bambini avuti con l’ex compagno italiano, si era recata a Monasterolo di Savigliano per riprendere in consegna i figli che in quel periodo erano ospitati dalla nonna paterna. Il più piccolo era ammalato, l’altro si mostrava recalcitrante all’idea di tornare con la mamma dopo la visita dal papà. La donna, secondo le accuse, aveva cercato a quel punto di farsi riconsegnare i figli, tacciando il minore di aver inventato i problemi di salute che accusava per non andare a scuola - nonostante quest’ultimo fosse poi stato ricoverato in ospedale.
L’atteggiamento aggressivo della madre si sarebbe manifestato sia nei confronti della ex suocera, definita
“brutta strega di m.”, che nei riguardi dell’ex compagno al quale sarebbe stata
rivolta l’esplicita minaccia:
“Farò di tutto per non farti più vedere i bambini. Se non ottengo ciò che voglio, faccio sparire i bambini e ti faccio arrestare”. In aula tuttavia è emersa una dinamica dei fatti piuttosto diversa, che ha portato infine lo stesso pubblico ministero Alessandro Bombardiere a chiedere l’assoluzione per D.L.:
“Una vicenda maturata in un clima di estrema sfiducia e astio tra le parti” l’ha definita il rappresentante della Procura, prendendo atto di come al di là delle ingiurie rivolte all’ex suocera le presunte minacce oggetto della querela non avessero trovato riscontro dalle testimonianze delle stesse parti offese. Al momento dei fatti, peraltro, l’ex compagno di D.L. non era presente perché si era recato in ospedale per assistere il figlio minore.
In maniera analoga, l’avvocato Simona Mellano ha argomentato che “l’unico fatto emerso è la richiesta della signora di avere in consegna il bambino. Non c’era alcuna volontà di costringere altri a fare o non fare qualcosa, ma la convinzione di esercitare un proprio diritto”. Di diverso avviso il rappresentante dell’ex suocera e del padre dei bambini, costituitisi come parti civili con l’assistenza dell’avvocato Fabrizio Di Vito: “Difficile pensare che qualcuno si sia inventato minacce così colorite se non ci sono state, anche perché - ha aggiunto il legale - avrebbe senso altrimenti chiedere di procedere per calunnia”.
Il giudice Emanuela Dufour ha infine assolto D.L. perché il fatto non sussiste.