RACCONIGI - Feci di cane contro la parrocchia e la biblioteca di Racconigi, a processo una no vax

La 49enne, residente in città, avrebbe imbrattato e preso a sputi anche le vetrine di vari negozi. Il motivo? “Era insofferente alle norme anti Covid”

Andrea Cascioli 07/05/2024 16:16

Sarebbe una forma di “protesta” singolare - quanto incivile - quella messa in atto da una 49enne carmagnolese, residente a Racconigi, nei confronti della locale parrocchia, della biblioteca civica ma anche - pare - dei negozi che in periodo Covid esponevano avvisi (obbligatori) sulle vetrine.
 
M.M. è ora a processo per imbrattamento, dopo la denuncia presentata da don Maurilio Scavino per la parrocchia di Santa Maria e San Giovanni e dal sindaco Valerio Oderda per conto della biblioteca. Nel febbraio 2022 il sacerdote era stato informato da un passante che qualcuno aveva sporcato la bacheca parrocchiale: una signora a passeggio con il cane, gli era stato riferito. “Si era in piena epoca Covid - ha spiegato don Scavino - e avevo messo i cartelli che il Comune mi aveva chiesto, informando che nei locali bisognava indossare le mascherine. Questa signora, in chiaro disaccordo, prese gli escrementi del cane schiacciandoli contro la bacheca”.
 
Il prete chiarisce di non aver assistito alla scena, che però era stata immortalata dalle telecamere: “Non conoscevo quella persona prima dei fatti, non frequenta la parrocchia. In seguito l’ho incontrata più volte in strada, ascoltando le sue invettive contro i volontari. Da quanto ho capito non è un fatto personale, era una presa di posizione ideologica nel periodo Covid”. Lo conferma il maresciallo Donato Damato, comandante della stazione carabinieri di Racconigi: “È un soggetto noto anche per altre azioni della stessa natura. Ci sono stati imbrattamenti in danno di esercenti che hanno ritenuto di non sporgere querela: si parlava di azioni di questo tipo e sputi sulle vetrine dei negozi, nello stesso periodo. Inveiva in maniera generalizzata contro chiunque incontrasse per strada, anche nei nostri confronti”.
 
Il maresciallo precisa comunque che il video, registrato dalle telecamere della chiesa, non mostra in maniera chiara il volto dell’imputata. Lo si vede, invece, in un filmato realizzato con un telefonino e allegato all’altra denuncia, quella sporta dalla biblioteca “Le Clarisse”. La responsabile del servizio racconta che la struttura era stata fatta oggetto di analoghe “attenzioni” già dalla fine del 2021: sputi contro la porta, escrementi di cane, una volta anche un sacchetto di feci nel box della distribuzione dei libri. “Per fortuna sono tutti foderati, quindi siamo riusciti a pulirli” fa sapere la testimone.
 
Tutto sarebbe nato dalla protesta della signora per il fatto che il figlio minorenne non fosse stato lasciato entrare in biblioteca, perché privo di green pass: “Ha cominciato a inveire, pur rimanendo all’esterno della biblioteca. Nel frattempo ha tirato fuori il telefonino iniziando a riprendermi e ingiuriandomi dopo che le avevo chiesto di non farlo: ha detto che sarebbe rimasta lì e avrebbe chiamato i carabinieri”. I carabinieri alla fine sarebbero arrivati, ma per notificare la denuncia dell’amministrazione comunale e della parrocchia. Il prossimo 6 settembre deporranno sugli stessi fatti il sindaco Oderda e uno dei carabinieri che effettuarono gli accertamenti, prima della conclusione dell’istruttoria e della discussione.

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