Si è concluso con la condanna dell’ex sindaco di Savigliano Claudio Cussa (un anno di carcere, con pena sospesa) il processo per le firme false alle amministrative 2014. Cussa, candidato a capo di una coalizione di centrosinistra, era accusato in concorso con l’ex presidente del Consiglio comunale Antonio Motta e due candidati della lista dei Moderati, Gaetano Montalbano (in seguito defunto) e Michele Di Mauro, che sono stati invece assolti.

 

Oggetto dell’inchiesta erano in particolare 88 firme che sarebbero state apposte all’insaputa degli stessi firmatari: almeno sei di loro erano pazienti del dottor Motta, che esercitava la professione di medico di base. Secondo la ricostruzione del pm Attilio Offman, Motta avrebbe contattato al telefono quattro mutuati per chiedere la disponibilità a firmare e i dati della carta d’identità da registrare, ma le firme non sarebbero state regolarizzate dagli interessati neanche in seguito. Altre due firmatarie, entrambe invalide, non sarebbero invece state materialmente in condizione di firmare.

 

Il rinvio a giudizio nel 2017 aveva provocato le immediate dimissioni di Cussa e la conseguente caduta anticipata della giunta saviglianese. Il candidato, responsabile dell’autenticazione delle firme, aveva dichiarato nel verbale di sottoscrizione delle liste di essere stato presente nel momento in cui queste venivano apposte. La denuncia alla magistratura era partita proprio da un candidato della lista dei Moderati, Rocco Tiranno, il quale affermava nell’esposto che alcune firme fossero false e che Cussa le avesse controfirmate solo in seguito.

 

Nella sentenza della giudice Elisabetta Meinardi è stato disposto anche che vengano liquidati i risarcimenti alle parti civili, tra le quali figura l’ex candidato sindaco del centrodestra Marco Buttieri. Il Comune di Savigliano non si è invece costituito contro l’ex primo cittadino.