SAVIGLIANO - ‘L’autista del bus fu imprudente’: il pm chiede dieci mesi per la morte di un ciclista

Il tragico incidente avvenne a Savigliano, sulla ciclabile di via Alba. Vittima un 85enne che attraversava le strisce

a.c. 25/01/2020 18:37

 
Non fu un evento imprevedibile la morte dell’85enne Santi Antonino Mirabile, investito nel pomeriggio del 23 marzo 2018 mentre percorreva la pista ciclabile lungo via Alba, nella zona artigianale di Savigliano.
 
Almeno secondo il sostituto procuratore Alberto Braghin, che ha chiesto la condanna a dieci mesi per l’autista del pullman della ditta Allasia protagonista dell’incidente. R.C., il guidatore del mezzo, “percorreva quella strada tutti i giorni ed era al corrente delle scarse condizioni di visibilità in quell’incrocio e della presenza di un attraversamento ciclopedonale”. A giudizio del pubblico ministero, avrebbe dovuto arrestare il bus in prossimità delle strisce, anziché procedere ‘a passo d’uomo’.
 
Che la velocità del pullman fosse bassissima lo provano i rilievi dei Carabinieri: non c’erano né segni di frenata né graffi o ammaccature sulla carrozzeria, e anche la bicicletta dell’anziano era intatta. Purtroppo però quella che sembrava una semplice caduta si sarebbe rivelata fatale per Mirabile, dopo due giorni di ricovero ospedaliero.
 
“Rispetto agli altri pullman di Allasia, quel mezzo ha il muso arrotondato e sporge di più in avanti” ha spiegato un ex collega di R.C., aggiungendo che “forse, se avesse incrociato un altro pullman il ciclista sarebbe passato ‘al filo’ senza perdere l’equilibrio e cadere”. Tutti gli autisti hanno concordato nel descrivere la pericolosità dell’incrocio tra via Alba e via delle Filande, dove un’alta recinzione impedisce di accorgersi della presenza di pedoni o ciclisti in arrivo da sinistra. Ad aggravare la situazione c’è la costante presenza di auto parcheggiate in divieto di sosta, in prossimità di una palestra molto frequentata. R.C. ha dichiarato che quel giorno diversi veicoli sostavano proprio a fianco delle strisce ma all’arrivo delle forze dell’ordine erano già state spostate.
 
“Non si può parlare di omicidio stradale perché non c’è stata una violazione della precedenza” ha sostenuto l’avvocato difensore, Flavio Manavella, chiedendo l’assoluzione dell’imputato: “L’autista non poteva vedere nulla senza sporgersi leggermente in avanti e il rischio teorico che nel frattempo arrivi qualcuno c’è sempre. Ma non si può affermare che ci sia stata negligenza né imprudenza”.
 
Chiusa l’istruttoria, il processo è stato rinviato al prossimo 6 marzo per la sentenza.

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