SAVIGLIANO - L’ex sindaco di Savigliano condannato anche in appello per il caso firme false

Claudio Cussa ha visto confermata la pena per lo scandalo che lo portò alle dimissioni. Condanna anche per Antonio Motta, ex presidente del Consiglio comunale

L'ex sindaco di Savigliano Cussa in una foto di repertorio con il dottor Doronzo, all’epoca primario di Cardiologia a Savigliano

a.c. 09/11/2021 18:19

 
Ha visto riconfermata la pena inflitta dal giudice di primo grado l’ex sindaco di Savigliano Claudio Cussa, accusato di falso ideologico in concorso. Un anno di detenzione con il beneficio della sospensione condizionale è il verdetto della IV Sezione Penale della Corte d’Appello di Torino.
 
Il caso riguardava 88 firme false apposte a beneficio della lista dei Moderati, una di quelle che avevano sostenuto l’allora candidato della coalizione di centrosinistra nelle elezioni amministrative del 2014. Il rinvio a giudizio, tre anni più tardi, aveva indotto Cussa alle dimissioni e provocato la caduta anticipata della giunta saviglianese, alla cui guida sarebbe poi stato eletto l’attuale primo cittadino Giulio Ambroggio. Il candidato sindaco aveva dichiarato nel verbale di sottoscrizione delle liste di essere stato presente nel momento in cui queste venivano apposte. La denuncia alla magistratura era partita proprio da un candidato della lista dei Moderati, Rocco Tiranno, il quale affermava nell’esposto che alcune firme fossero false e che Cussa le avesse controfirmate solo in seguito.
 
Insieme all’esponente del Partito Democratico l’inchiesta aveva coinvolto con l’ex presidente del Consiglio comunale Antonio Motta e due candidati della lista dei Moderati, Gaetano Montalbano (in seguito defunto) e Michele Di Mauro, tutti assolti in primo grado. Per il solo Motta il processo d’appello ha comportato un ribaltamento della sentenza: il tribunale lo ha infatti ritenuto responsabile per gli stessi addebiti infliggendogli la pena di dieci mesi di detenzione.
 
Motta, medico di base, era secondo gli inquirenti la persona che aveva apposto le firme false a nome di alcuni suoi mutuati. A processo si era menzionato in particolare il fatto che il candidato consigliere avesse contattato al telefono quattro di loro per chiedere la disponibilità a firmare e i dati della carta d’identità, ma le firme non sarebbero state regolarizzate dagli interessati neanche in seguito. Altre due firmatarie, entrambe invalide, non sarebbero invece state materialmente in condizione di firmare.
 
Nella sentenza sono stati confermati i risarcimenti alle parti civili, tra le quali figurano l’ex candidato sindaco del centrodestra Marco Buttieri e gli eredi di Massimo Mantovan, all’epoca dirigente cittadino di Fratelli d’Italia. Il Comune di Savigliano non si è invece costituito contro l’ex primo cittadino.

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