Era salito sul treno Ventimiglia-Torino alla stazione di Andora, insieme a un gruppo di amici ventenni tutti senza biglietto. Da quel momento il viaggio per gli altri passeggeri dello scompartimento era diventato un inferno: i ragazzi fumavano sigarette e canne ascoltando musica ad alto volume, lanciavano bottiglie di vetro dai finestrini e giocavano a palla incuranti delle rimostranze dei vicini.
All’arrivo del capotreno, i giovani erano stati invitati a regolarizzare il biglietto oppure a scendere alla stazione successiva, quella di Cavallermaggiore. Una volta sceso in banchina S.R., torinese nato nel 1998, aveva reagito
minacciando il ferroviere e infine sferrandogli un pugno sul labbro prima di dileguarsi. Per questo è stato poi denunciato per resistenza e aggressione a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e getto pericoloso di cose, reati dei quali si trova ora a rispondere davanti al tribunale di Cuneo.
Nell’ultima udienza relativa ai fatti del 10 giugno 2018 sono state chiamate a deporre le due ragazze che per prime avevano reagito ai comportamenti teppistici del 22enne. Una delle due lo ha poi riconosciuto pochi giorni dopo incrociandolo in piazza Arbarello a Torino e segnalandolo ai poliziotti: “Avevo girato un video sul telefonino che ho poi consegnato alla Polfer. Loro mi hanno dato alcuni numeri dicendo che avrei dovuto chiamarli se l’avessi di nuovo rivisto. Poco tempo dopo è successo”. L’amica che era con lei quel giorno era stata particolarmente presa di mira perché, dopo essere stata colpita dalla palla con cui i ragazzi stavano giocando, aveva reagito buttandola dal finestrino. “S.R. mi ha insultata e mi ha sparato contro con una pistola a pallini, poi abbiamo discusso finché non si è calmato” ha ricordato la testimone, specificando il tenore delle offese di cui era stata fatta oggetto insieme all’amica: “Mi urlava ‘lesbiche di m. fate attenzione, io vengo da Barriera Milano’”.
“Quando è arrivato il capotreno - ha aggiunto la compagna di viaggio - il ragazzo l’ha colpito prima ancora che potesse fare qualcosa ed è scappato: lui aveva soltanto chiesto il biglietto e aveva fatto domande su cosa fosse successo prima sul vagone”. In seguito all’aggressione il treno era rimasto fermo a Cavallermaggiore per quasi un’ora, accumulando 50 minuti di ritardo all’arrivo a Porta Nuova. Per questa ragione S.R. è stato chiamato a rispondere anche di interruzione di pubblico servizio.
Il prossimo 6 novembre è prevista l’audizione dell’ultimo testimone e la conclusione del processo.