L’unica certezza sui fatti avvenuti il 6 febbraio di cinque anni fa a Racconigi, per i quali oggi si trova a processo un uomo residente a Sommariva Bosco, riguarda per ora il movente. Al centro della contesa che ha portato l’uomo sul banco degli imputati davanti al tribunale di Cuneo c’è infatti una contesa di natura sentimentale.
L’imputato A.L., sposato e padre di tre figli, accusava il racconigese di aver insidiato sua moglie, inviandole messaggi dal tenore inequivocabile e proponendole di lasciare la casa di famiglia e trasferirsi da lui. Per questo aveva deciso di chiedere un “chiarimento” al presunto rivale, recandosi presso l’abitazione di quest’ultimo in compagnia della moglie e del fratello. Qui la situazione sarebbe degenerata, al punto che A.L., dopo una breve colluttazione, sarebbe rientrato in auto investendo in retromarcia il padre dell’altro uomo e il suo stesso fratello, dandosi infine alla fuga.
A ricostruire i fatti in aula è stato proprio il fratello dell’imputato: “Mia cognata aveva avuto una relazione con l’altro uomo ma si stava riavvicinando al marito. Mi aveva chiesto lei di accompagnarla all’incontro, perché sapeva che i due avevano un temperamento focoso”. Una volta arrivati sul posto, si sarebbe acceso quasi subito un battibecco, seguito dalla rissa: “L’ex amante aveva dato uno schiaffo a mio fratello, che aveva reagito picchiandolo a sua volta. Nel frattempo suo padre si era portato alle mie spalle puntandomi un coltello alla gola, per convincere mio fratello a desistere dall’aggressione”. Solo a quel punto, ha spiegato il teste, A.L. sarebbe rientrato in auto innestando la retromarcia e travolgendo entrambi: “Mi disse in seguito di averlo fatto per disarmare il mio aggressore, dal quale avevo ricevuto anche un calcio in testa nel tentativo di sottrargli il coltello caduto in terra. All’ospedale mi venne poi diagnosticata una frattura alle costole a seguito dell’investimento, ma non ho denunciato nessuno”.
La ricostruzione diverge in vari punti, tuttavia, da quella offerta nella precedente udienza dalla moglie dell’imputato. La donna, che era all’epoca separata da A.L. e ha in seguito divorziato, ha affermato che l’uomo avrebbe cercato di investire sia lei che il presunto ex amante, oltre a travolgere il padre di quest’ultimo. Anche lei ha confermato di aver visto il cognato venire minacciato con una lama, ma ha aggiunto che tutti e quattro gli uomini erano armati. In seguito avrebbe ricevuto una somma in denaro dal suo spasimante perché non menzionasse questo particolare.
Il prossimo 29 marzo si terrà la discussione finale del processo.