È scoppiata in lacrime davanti al giudice la vittima del furto, oggi 83enne, ricordando il pomeriggio di due anni fa in cui si era accorta che la sua bici elettrica era scomparsa: “Ci tenevo soprattutto perché era la bici di suo marito che non c’è più” ha raccontato l’anziana, residente a Savigliano.

 

Quel giorno era diretta al cimitero e aveva appena preso la bicicletta dalla rimessa in cui la custodiva, poggiandola su un palo senza lucchetto. Non è chiaro quanto tempo sia passato prima che la donna si accorgesse della sparizione: ai carabinieri, presentando la denuncia, aveva spiegato di aver cambiato idea e di essersi recata al cimitero in auto, dimenticando la bici fuori dal garage. In tribunale invece ha detto di essere tornata in casa solo per pochi minuti, accorgendosi poco dopo del furto.

 

Fatto sta che la vicenda aveva avuto un esito positivo grazie all’intervento di una pattuglia di carabinieri del NORM di Savigliano. La mattina successiva al furto, vedendo passare in bici R.V., lo avevano fermato per un controllo. “Era già conosciuto per i suoi precedenti di polizia” ha spiegato il brigadiere Claudio Bertolini: “Gli abbiamo chiesto dove avesse preso quella bici e lui ha detto di averla trovata la sera precedente in una rastrelliera della stazione. Nel cestino c’erano un trapano e alcuni attrezzi, più un mazzo di chiavi con sei passepartout”. R.V., di nazionalità italiana, soggiornava in quel periodo in un dormitorio cittadino.

 

L’uomo è stato denunciato e rinviato a giudizio sia per il furto che per possesso ingiustificato di oggetti da scasso, mentre la bici è tornata alla legittima proprietaria. Il pubblico ministero Davide Fontana aveva chiesto la condanna a sette mesi di reclusione per entrambi i reati: la pena finale, stabilita dal giudice Emanuela Dufour, è di otto mesi e 200 euro di multa.