Ad attirare l’attenzione di una pattuglia della Polizia Municipale di Savigliano era stato il modello di scooter sul quale viaggiavano, assai inconsueto in Italia: vedendo ripartire i due giovani al semaforo, i vigili avevano notato anche che quel motorino non aveva alcuna targa e avevano cercato di fermarlo.
Dal mancato rispetto dell’alt da parte del guidatore era nato un inseguimento per le vie della città, finché il motociclo aveva impattato contro un dosso in via Saluzzo e entrambi gli occupanti erano finiti a terra. Il passeggero aveva cercato di opporsi ai vigili con la violenza, mentre il guidatore si era dato alla fuga ma era stato di lì a poco rintracciato dai carabinieri mentre si allontanava da un androne e arrestato.
Si sono così trovati a rispondere di resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione due fratelli lituani residenti in provincia di Cuneo: A.G. (classe 1996) e G.G. (classe 1993). Per quest’ultimo, conducente del mezzo, si è aggiunta anche l’imputazione di guida in stato di ebbrezza: dopo essere stato sottoposto all’alcoltest infatti era risultato avere in corpo un quantitativo di alcol pari a 2,04 g/l. Sui fatti risalenti al febbraio 2018 ha deposto in aula stamani l’agente scelto Tiziano Ariaudo, uno dei due vigili intervenuti dopo l’incidente: “Volevamo dividerci per rincorrerli entrambi ma ho visto che A.G. stava prendendo a calci il mio collega dopo essere stato fermato. Quindi sono rimasto ad aiutarlo e insieme l’abbiamo ammanettato”. La fuga di G.G. si era comunque conclusa pochi minuti dopo, grazie all’intervento dei militari dell’Arma.
I successivi accertamenti sullo scooter, uno Yamaha Fino fabbricato in Thailandia e mai commercializzato dall’azienda nel nostro Paese, non hanno permesso di accertarne l’eventuale provenienza o importazione illecita. Per questo motivo il pubblico ministero Luigi Dentis ha chiesto l’assoluzione dall’accusa di ricettazione, proponendo però la condanna di entrambi gli imputati per i restanti reati: “La dinamica dei fatti ha comportato seri rischi per l’incolumità dei vigili costretti a un inseguimento, ma anche per gli altri utenti della strada perché la parte finale dell’inseguimento è avvenuta in un’area pedonale”. A carico di A.G. la Procura aveva chiesto la pena di un anno e quattro mesi, aumentata per il fratello G.G. a un anno e sei mesi. L’avvocato Riccardo Sartoris, difensore di entrambi, ha domandato anche per A.G. l’assoluzione dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: “Non parla bene la lingua italiana, spaventato e ferito a seguito dell’incidente ha tentato di rimettersi in piedi senza la volontà di opporsi agli agenti”.
Il giudice Marcello Pisanu ha infine condannato A.G. a sei mesi di reclusione per resistenza e G.G. a otto mesi per lo stesso reato e per la guida in stato di ebbrezza, assolvendo entrambi per la ricettazione.