SAVIGLIANO - Sequestro a Levaldigi, scoperto un traffico di telefonini e tablet rubati verso il Marocco

Cinque denunce dopo l’indagine della Procura di Torino. In un chiosco nei pressi di Porta Nuova si raccoglievano i proventi dei furti su mezzi pubblici e auto

22/12/2021 11:46

A seguito di un'indagine durata oltre sei mesi coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, gli agenti del Reparto Operativo Speciale della Polizia Municipale del capoluogo piemontese sono riusciti a smascherare una rete di ricettazione di dispositivi elettronici, soprattutto di marca Apple, che aveva il suo centro nevralgico in via Nizza, all'interno di uno dei chioschi di vendita sotto i portici nel tratto di via di fronte al parcheggio della stazione Porta Nuova.
 
Ad insospettire gli agenti sono stati i movimenti intorno al chiosco, rilevati durante controlli ordinari sul territorio, di alcuni soggetti già noti per precedenti di furto. Sospetti poi confermati dai successivi appostamenti e dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno evidenziato come alcuni telefonini e tablet, provenienti da furti avvenuti in Piemonte e Liguria, venivano portati al chiosco e nascosti tra gli altri oggetti posti in vendita sulla bancarella per poi essere successivamente impacchettati e inviati in Marocco.
 
A capo di tale rete operava il titolare della licenza del chiosco, un cittadino marocchino di 33 anni, residente nel comune di Asti, che è risultato essere il punto di riferimento per tutti gli autori dei furti avvenuti soprattutto su mezzi pubblici e su veicoli in sosta. La merce di provenienza furtiva veniva acquistata dal titolare del chiosco e da qui destinata al mercato marocchino.
 
Gli agenti della Polizia Municipale hanno sequestrato oltre 70 dispositivi elettronici e materiali da cantiere, una parte dei quali sono stati intercettati all’aeroporto di Cuneo Levaldigi e al porto di Genova, poco prima dell'imbarco per il Marocco, grazie anche alla collaborazione con il personale della Polizia di Stato in servizio presso le due strutture.
 
Il cittadino marocchino, a capo dell'organizzazione, e quattro persone sono stati deferiti all'autorità giudiziaria per il reato di ricettazione. Gran parte del materiale recuperato è stato riconsegnato ai legittimi proprietari.

c.s.

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