Si parla anche di soldi e regali nel processo contro una docente di scuola media saviglianese, accusata di abusi sessuali e stalking nei confronti di un suo alunno 14enne.
La denuncia è partita dalla madre del ragazzo, preoccupata dalle sempre più frequenti assenze di lui e da un rapporto che ha definito “anormale” con la professoressa, all’epoca 36enne. “Era molto disponibile ma troppo invadente” ha spiegato ai giudici, spiegando che l’insegnante “si giustificava dicendo che voleva essere un punto di riferimento, perché aveva già lavorato con adolescenti che avevano problemi analoghi. Voleva il mio consenso a vedersi anche fuori dal contesto scolastico, magari per andare al cinema o a mangiare qualcosa”. Il 14enne, a fronte di alcune difficoltà di apprendimento, era stato affiancato da una docente di sostegno a inizio anno scolastico. Poiché si pensava di fargli sostenere l’esame da privatista, la prof si era proposta di seguirlo al pomeriggio, aiutandolo con i compiti.
La sorella dell’adolescente avrebbe scoperto in seguito le tracce della presunta relazione del fratello: “Un giorno, mentre faceva la doccia, ho sbloccato il suo telefono e ho visto i messaggi che si scambiava con l’insegnante. Nella galleria c’erano foto di lei con addosso solo una camicetta nera e le parti intime esposte”. Ad avvalorare i sospetti, oltre a qualche parziale ammissione del giovane, avrebbero contribuito i suoi comportamenti anomali: “Aveva preso a stare spesso fuori casa, anche di notte, diceva che andava con i suoi amici o che dormiva sulle panchine. Un giorno però abbiamo trovato i peli del cane della prof sui suoi vestiti”. A fronte della denuncia i carabinieri avevano effettuato una perquisizione, evidenziando una corrispondenza tra i tatuaggi dell’indagata e le foto inviate al minore su Instagram.
Di questi tatuaggi ha parlato anche un testimone ascoltato nell’ultima udienza del processo. Il ragazzo, compagno di scuola della presunta vittima degli abusi, ha detto di averne sentito parlare dall’amico: “Gli aveva mostrato di essersi tatuata il suo nome su una spalla, con la maglia scollata se ne notava una parte”. Le conferme circa l’esistenza di un legame, ha aggiunto, sarebbero arrivate sempre da lui: “Si vedevano a casa di lei e molte volte si fermava a dormire, a volte lo veniva a prendere all’uscita da scuola. Quando lui rimaneva senza soldi gliene dava, mi ha mostrato alcuni regali che lei gli ha fatto: capi di abbigliamento, un telefono. Ma non è che se ne vantasse”. La relazione, specifica il teste, sarebbe esistita anche su un piano sessuale: “Mi parlava di rapporti completi e non protetti. So che lui aveva paura che lei restasse incinta”. Il giovane ha spiegato di essere stato a sua volta contattato su Instagram dalla donna, quando le era stato imposto dall’autorità giudiziaria di non avvicinare più l’ex allievo: “Mi chiedeva se lo avessi visto, se stesse bene e se venisse ancora a scuola. Era preoccupata”. Anche un altro amico, tuttora minorenne, ha ammesso di aver ricevuto confidenze simili: “Lui mi ha detto che avevano rapporti sessuali a casa della professoressa, dove in teoria andava per studiare. Lo raccontava come qualcosa che gli faceva piacere”.
La preside dell’istituto che il 14enne frequentava a quel tempo ha confermato di aver saputo dalla madre dello studente che qualcosa, a suo giudizio, non andava: “Mi disse che suo figlio andava a casa dell’insegnante e mi girò alcuni messaggi, dove si davano del tu e concordavano incontri. Però non mi ha mai raccontato di rapporti sessuali, ne ho avuto notizia solo dai carabinieri durante le indagini”. In seguito alla segnalazione, comunque, la docente era stata assegnata a un altro servizio: “Le feci presente che era stata lamentata una sua eccessiva insistenza verso quell’alunno e che dal punto di vista professionale ciò non era accettabile. Lei ne fu dispiaciuta ma accettò il cambio di incarico”.
Il 6 aprile è fissata l’audizione degli ultimi testimoni e dell’imputata.