ALBA - Stay Brutal 2022: il destino di un rinoceronte

Nell'ultimo progetto di Luca Giordana opere su carta fotografica, suoni, video e poesia si fondono e generano una creatura che trae forza nella collaborazione artistica

Francesca Barbero 23/04/2023 15:40

“Stay Brutal 2022” è l'ultimo progetto musicale di Luca Giordana. Due versioni che sono la rielaborazione di un pezzo del 2008 di LgProgetto, progetto musicale dell'artista albese, in cui la sperimentazione sonora, le opere su carta fotografica di Giordana, il linguaggio video e la poesia si fondono dando vita a una creatura che trae forza e linfa vitale nella collaborazione artistica. Ma solo da quella onesta, vera, che non ha secondi fini. Il risultato della prima versione è una traccia noise rock, sospesa, ipnotica e onirica, che  vede coinvolti, insieme a Giordana, Enomissosab (Simone Basso) e Mario Lino Stancati. La seconda versione vede invece il coinvolgimento di Stefano Risso che, nelle sonorità e nell'imaginario visivo, dà vita a una traccia allucinata, disturbante e dal sapore lynchiano. Abbiamo fatto qualche domanda a Luca Giordana e agli artisti coninvolti nel progetto.
 
“Stay Brutal 2022” è disponibile su SoundCloud , su Bandcamp e su Spotify.
 
I due video, invece, sono fruibili ai seguenti link You Tube:
https://www.youtube.com/watch?v=K5HF2kyM0bw
https://www.youtube.com/watch?v=0PO-4poBhXo
 
 
Luca, come è nata l'idea di Stay Brutal?
"Ho provato il desiderio di fare delle forme, di dare delle forme ad una necessità. Stay Brutal era - e forse lo è ancora - il pezzo preferito di Anna, mia figlia, di un disco che avevo fatto nel 2008 (E'LAN- LgProgetto). Ho cercato vecchi amici, ho disegnato, ho proposto un'idea e ho lasciato che le cose andassero. Non c'è stato niente di già pensato così, sono stati casi fortuiti. Sono immagini che trasmettono forza e disagio ...e una certa bellezza (penso al culo del rinoceronte)".
 
Guardando i video di Stay Brutal, l'impressione è che la forza del vostro lavoro - e del rinoceronte, che diviene un simbolo emblematico - esista in quel preciso momento in virtù dell'esistenza della collaborazione artistica. Il divenire, le mutazioni, le trasformazioni del pianeta sono inevitabili...così come per l'arte?
“Sì, in realtà aggiungerei poco a ciò' che tu hai già detto. Sono tutti segni inequivocabili, eleganti e coagulati, collettivi/vivi...almeno per me. Ho gettato qualcosa a persone in cui credevo".
 
Quindi si può affermare che Stay Brutal sia un incontro e uno scontro ma anche un atto di collaborazione artistica basato sulla fiducia reciproca?
“Assolutamente, perfettamente, brutalmente".
 
Perché il simbolo del rinoceronte? Mi vengono in mente quello di Dürer e quello di Dalì. Se Dürer "registrò" la prima apparizione europea dell'animale, pur non osservandolo mai dal vero, l'artista surrealista fu ossessionato dalla figura di una creatura che considerava mistica, irrazionale, detentrice della perfetta curva logaritmica e dei misteri del cosmo.
“Forse perché siamo sempre più' rinoceronti e meno uomini, come se ci fossimo messi tutti d'accordo per prenderci in giro di fronte all'inevitabile. Il tempo passa e sono - siamo - tutti rinoceronti. La realtà è una parodia, una pantomima. É tutto irrazionale e realistico, violento e brutale...son cose che ci rituffano dentro noi stessi”.
 
É importante "restare brutali"?
“Se siamo sinceri è inevitabile. Già forse non siamo sinceri".
 
La prima rielaborazione di Stay Brutal è una traccia dalle sonorità noise rock, una traccia acida e ipnotica, onirica. Mario Lino come hai costruito, o meglio decostruito, il pezzo?
“Anzitutto devo dire che è stato davvero molto interessante affrontare un lavoro del genere. Non è mai facile trovare persone disposte a collaborare fattivamente e in grado di favorire condivisioni artistiche sincere e di valore. Venendo alla tua domanda, rispondo col dire che per la costruzione del brano mi sono basato più che altro sulle cristalline suggestioni e illuminanti indicazioni che il buon Luca mi ha cortesemente fornito prima di mettermi all'opera. Ebbene, il suo desiderio era quello di utilizzare la versione madre come puro materiale sonoro da modificare, tradire, sporcare e dimenticare una volta per tutte. In breve, voleva che la nuova rielaborazione non avesse nulla a che fare con la versione precedente. Questa visione antididascalica, questa volontà di trasfigurazione assoluta mi hanno affascinato sin da subito ed è stato di conseguenza molto gratificante poter processare, distorcere e 'brutalizzare' in piena libertà la traccia audio originale. Il risultato finale appare assai coerente con i propositi iniziali che ci si era dati e la cosa mi rende molto orgoglioso e felice di aver partecipato ad un progetto così coinvolgente, emotivamente profondo e pieno di autenticità espressiva".
 
L'atmosfera onirica è amplificata da un utilizzo interessante della tua vocalità, Simone. E dal tuo cut up derivato da alcuni versi del poeta Simone Cattaneo. Amo molto la poesia e mi piacerebbe approfondissi anche questo aspetto.
“Quel tappeto sonoro inglobava (suggeriva) l'approccio vocale. Che rimbalza tra vocali e accenti delle parole, significato e significante delle stesse. E' un take one, con una voce parallela (all'inizio). Il riferimento alla brutalità mi portava direttamente alla poetica di Simone Cattaneo. Uno dei pochi che - generazionalmente - abbia descritto la (nostra) catramatura, diretto, spietato, senza abbellimenti formali, consolatori. Quando Luca mi ha coinvolto nel progetto, stavo già giocando (..) con la forma poesia. Dopo averlo fatto con quella del romanzo e del linguaggio scientifico. Difatti, nel mio prossimo lavoro, ci sarà Cattaneo trattato come teatro vocale...".
 
 
Stefano, invece per quanto riguarda la tua rielaborazione musicale e video di quella che è la seconda versione di "Stay Brutal 2022"? In cosa consiste la tua operazione artistica?
“Quando Luca mi ha chiesto di collaborare a Stay Brutal sono stato subito entusiasta perché i suoi progetti mi piacciono molto. Il mio modo di lavorare con l'elettronica consiste nella rielaborazione di suoni già esistenti. Da sempre lavoro con file audio rielaborati, maciullati, tagliuzzati, capottati, stravolti…insomma trasformati. E così ho fatto anche con Stay Brutal, nel senso che sono partito dalla versione precedente, quella di Mario Lino Stancati e, usando lo stesso procedimento che utilizzo con i rumori che mi capita di incrociare e raccogliere, ne ho ritagliato dei brevissimi frammenti audio andando a comporre un brano totalmente nuovo...Ma oltre al discorso dell'audio mi interessava anche andare a fare un lavoro sul video e così è stato. La fotografia di partenza, quella con la figlia di Luca girata di spalle sulla rampa del garage, con la sua bicicletta, mi è sempre piaciuta molto e l'ho sempre trovata inquietante, un po' alla David Lynch. Sono partito da quell'immagine statica per sviluppare l'estetica del pezzo, linchyano anche dal punto di vista timbrico e musicale, e l'ho rielaborata facendoci del motion e utilizzando i rinoceronti su carta fotografica realizzati da Luca, inserendoli nel video come se fossero un materiale noise all'interno di un'immagine statica che si muove lentissima. Mi è sembrata una soluzione in linea con l'idea musicale che è piena di noise e sonorità oblique all'interno di una linea di basso più ostinata che ogni tanto arriva, ritorna e sparisce”.
 
E adesso? Luca, quale sarà il destino del rinoceronte?
“Sarà un massacro tra rinoceronti, credo che porterà all'estinzione. Per questo le mie immagini sono sempre più' distorte, allucinate e accidentali....e verso la fine dipingo come un bambino, sinceramente: mi alzo, mi agito, non mi rilasso mai e cerco di fermare, dare una forma a questa energia”.

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