Ho conosciuto la speaker Simona Moretto l'estate scorsa. Eravamo nella yurta di Giovanni Risso, la tenda mongola delle campagne centallesi che quest'anno ha ospitato il festival
"Live in Yurta", nota a chi frequenta l'ambiente underground per i concerti che si tengono al suo interno. Ma è sui sedili di un Intercity partito da Torino e diretto a Milano Centrale, dentro il paesaggio in movimento della pianura padana, che Simona mi ha parlato per la prima volta di lei, del suo lavoro da educatrice in un Centro di Salute Mentale e di “RockInside”, il programma che conduce su Radio BraOnTheRocks dall'autunno 2020. Entrambe eravamo in viaggio verso Verona per vedere Nick Cave e i suoi Bad Seeds sul palco dell'Arena, in un concerto che, scomodando le parole di Rolling Stone, "è stato una lotta contro il vento” (al rocker australiano Simona ha dedicato un approfondimento che si può riascoltare andando sul sito della radio). Domani sera, dalle 21.30 alle 23 (gli affezionati si segnino la variazione di orario), “RockInside” ricomincia. Per tutta la nuova stagione, la voce di Simona ci accompagnerà in un viaggio nella cultura Hip Hop e nel suono degli anni '90, con tanti ospiti che hanno vissuto e fatto la storia di quella che per la musica della provincia è stata una vera e propria età dell'oro. Insieme alle puntate "Storytelling” e “Live Stories”-nelle prime è la conduttrice a scandagliare un tema specifico mentre nelle seconde la narrazione si arricchisce con la voce degli ospiti intervistati- la grande novità di quest'anno sarà uno spazio pensato per chi vorrà presentare in radio nuovi progetti musicali. Aspettando di seguire la diretta, abbiamo fatto una chiacchierata con Simona per farci svelare qualche anticipazione, per parlare del suo amore per la musica rock, di scena cuneese e di musica live, per chiederle se davvero il rock in questa provincia è un affare da uomini...
Come ti sei avvicinata al mondo radiofonico?
“Se contiamo che giocavo a fare la speaker già quando ero bambina (adoravo ascoltare la radio) mi sono avvicinata al mondo radiofonico ormai molti anni fa... ma Radio BraOnTheRocks, una web radio di Bra, l'ho scoperta in pandemia. In quel periodo io e miei colleghi educatori avevamo creato un gruppo broadcast whatsapp, con alcuni utenti del nostro servizio che, dato il momento storico, non potevamo ovviamente vedere. 'Iorestobugianen' si chiamava. A loro mandavamo video giornalieri da noi realizzati, per farli sentire ancora pensati e restare in qualche modo in contatto. Io avevo una rubrica sulla musica e chiesi a Marco Rock (Marco Bosco) uno dei fondatori di Radio BraOnTheRocks, di realizzare un video da mandare al gruppo per raccontare come era nata la radio e perché fosse bello ascoltare musica rock. Poi gli feci la battuta, detta un po' sul serio e un po' sul ridere ...'Se ti serve una speaker donna fammelo sapere!', e lui mi prese assolutamente sul serio e mi fece cominciare subito a settembre del 2020”.
E l'amore per la musica rock? Quali erano gli idoli appesi sulle pareti della tua stanza di ragazza adolescente?
“Io sono stata adolescente alla fine degli anni '80 ancora sull'onda della new wave e dark wave, ma ricordo che andavo a scuola con il walkman sulle orecchie e ascoltavo Billy Idol che trovavo estremamente sexy (ahaha) che alternavo ai suoni più cupi dei Cure con cui mi consolavo, sentendomi meno sola nella mia adolescenza, per tutti sempre un po' problematica. E poi ho avuto la fortuna di vivermi i primi anni '90, che sono stati un'esplosione di musica, di cultura, di locali, di live. Ho amato l'ondata grunge (Pearl Jam e Nirvana tra i primi), la cosiddetta alternative music e il fermento italiano con i Marlene Kuntz, gli Afterhours solo per citarne alcuni”.
Quando e come è nata l'idea di "RockInside"?
“Mi piacciono le storie, le storie personali che si celano dietro l'immagine della rockstar, le storie che vengono narrate nelle canzoni. ma anche gli aneddoti che hanno accompagnato la storia stessa della musica internazionale, italiana ma anche locale. Non sono un'esperta, ma sono molto curiosa e questo programma mi permette di esplorare. La ricerca è alla base di quello che poi offro nelle narrazioni durante le puntate. E poi mi piacciono gli incontri con le persone, con chi la musica e la storia l'ha fatta veramente, dando spazio al loro racconto direttamente dalla loro voce durante le chiacchierate che organizzo per le puntate 'Live Stories'”.
Credi sia necessario essere rock dentro, per addentrarsi nel mondo della musica rock e raccontare le sue storie? O è solo una marcia in più?
“Per me essere 'Rockinside', rock dentro, è un'attitudine. E' soltanto l'essere abitati da passione, curiosità, desiderio, slanci vitali ma anche dolcezza nell'accogliere la fragilità dell'animo umano. A me la musica rock fa vibrare il cuore e brillare gli occhi”.
Cosa succede in una puntata tipo del tuo programma? Mi sveli qualche retroscena dei fuori onda con i tuoi ospiti?
“Ci sono le puntate 'storytelling' in cui racconto storie su un tema specifico; l'anno scorso ad esempio mi sono addentrata nel mondo del punk e della new wave anni '80 , arrivando anche a raccontare cosa succedeva in quegli anni nella nostra provincia cuneese (ho riesumato brani e racconti incredibili di una realtà cuneese che in quegli anni era davvero in fermento, i pionieri di ciò che sarebbe avvenuto negli anni '90). Le puntate con gli ospiti sono state alquanto divertenti ed arricchenti per me, con alcuni si sono poi sviluppate delle amicizie che continuano anche ora. Con molti ospiti, le chiacchierate si sono ampliate anche prima e dopo il programma, spesso accompagnate da un buon bicchiere di vino”.
Ci dai qualche anticipazione sulla quarta stagione di "RockInside"? So che ci saranno diverse novità...
“Ormai ci ho preso gusto a fare le interviste e quindi continueranno ad essercene tantissime, molte saranno con protagonisti degli anni '90 per raccontare e ricordare la musica meravigliosa vissuta in quegli anni d'oro dalla nostra generazione; darò spazio anche ai racconti sulla nascita dell'Hip Hop e sul suo sviluppo in Italia con le Posse, non proprio rock, ma una subcultura appassionata, vitale e creativa che vale la pena ricordare. La Radio però è lo strumento principale per far conoscere anche nuovi progetti musicali per cui, anche nel mio programma, avranno spazio artisti locali che vorranno farsi conoscere”.
Noi due ci siamo conosciute in quella che mi piace definire la perla dell'underground cuneese: la yurta di Giovanni Risso. Poi siamo state a qualche concerto insieme o comunque ci siamo incontrate in diverse situazioni di musica live della provincia (penso ai concerti del Cinema Vekkio e a quelli del Magda Olivero, al FreakOut , a Canaleontica, e a tante altre realtà...). Cosa ne pensi della scena cuneese, ammesso che una scena ci sia? Come è cambiata rispetto al passato? Quali sono, oggi, i luoghi del rock?
“Questa è una domanda difficile. Non mi sono ancora fatta un'idea se esista una scena cuneese e sicuramente tu la conosci molto meglio di me. Poi si rischia sempre di rispondere "quando ero giovane io la musica era più bella", ma davvero gli anni '90 sono stati pazzeschi da tanti punti di vista, c'erano condizioni che non ci sono più ora ed è inutile pensare di replicare. Ma finché ci saranno persone come Giovanni con la sua Yurta, e altri come lui mossi dalla passione e dalla creatività avremo sempre la possibilità di trovare un 'nostro luogo rock'”.
Una scena musicale dove le donne sono pressoché assenti. Credi che a giustificare quest'assenza basti la poca apertura -o totale chiusura- di ambienti prettamente maschili? Oppure davvero il rock è roba da uomini? Sono consapevole che è un discorso complesso e non riconducibile solamente alla provincia; ma il punto di vista di una donna che frequenta la scena musicale attuale, che indaga quella del passato e che vuole raccontare storie mi interessa particolarmente.
“Altra domanda difficile! Ma me la sono sempre posta anche io. Con rammarico penso spesso che da ragazzina non mi sono mai nemmeno permessa anche solo di pensare che avrei potuto essere io a suonare su un palco. Ho sempre adorato la chitarra elettrica e a 40 anni ho pure provato ad imparare (con scarsi risultati anche perché mi sudano le mani ehehe). Al massimo potevi sperare di diventare la fidanzata di qualche musicista. Brutto eh! Gli ambienti musicali sono effettivamente dominati dagli uomini, per ragioni varie, culturali ma anche di attitudine. Io stessa ricerco poco artiste donne che sicuramente ci sono e andrebbero sostenute. Forse le donne dovrebbero riconciliarsi un po' di più con la propria parte maschile e tirare fuori quella cazzimma che se integrata con la femminilità può diventare irresistibile”.
Visto che a entrambe piace disturbare il passato e visto che il tuo programma va in onda su una radio braidese una domanda sul leggendario Le Macabre è d'obbligo. Lo frequentavi? Io ne ho avuto solo un assaggio a “Get Back Le Macabre”. Tra parentesi, che serata!
“Ti rispondo in modo sintetico ma esaustivo. Io non sarei la stessa persona se non ci fosse stato Le Macabre!”.
É il momento di chiudere l'intervista. Progetti o sogni futuri per "RockInside"?
“Sta per iniziare la quarta stagione (che è davvero un numero già importante!), siccome le stagioni precedenti sono andate bene e ormai ho un pubblico affezionato che mi segue, questa stagione sarà un po' come il secondo disco di una band che ha sfondato con il primo... quindi per ora penso solo a continuare a fare al meglio possibile. La conduzione sarà un po' diversa dagli anni precedenti perché l'asticella si è alzata e giocherò a fare la speaker vera! La me bambina sarà fiera di me!”.
Salutiamoci con una canzone per chi ci leggerà. Come in radio...Una canzone di una band, di un cantautore o cantautrice della scena cuneese, di qualcuno che ami particolarmente.
“Ti saluto e ti abbraccio 'Nuotando nell'aria'”.
"RockInside" va in onda su RadioBraOnTheRocks tutti i giovedì dalle 21.30 alle 23
L'app per ascoltare le dirette è scaricabile
QUI.