CUNEO - Al NUoVO le Confluenze di Gummy Gue

Una chiacchierata con lo street artist catanese per approfondire i significati dell'intervento artistico realizzato per il playground dell'ex Nuvolari

Francesca Barbero 28/08/2023 14:57

Gummy Gue è uno street artist catanese noto per i suoi interventi artistici di rigenerazione urbana nei contesti sportivi di diverse città europee. Un nome che a Cuneo è legato a Confluenze, l'opera di pittura pavimentale realizzata per il playground del NUoVO - in quell'area dove un tempo sorgeva il Nuvolari Libera Tribù - promossa dall'associazione ART.UR e finanziata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo. Abbiamo fatto una chiacchierata con l'artista per scoprire chi si nasconde dietro la tag Gummy Gue e approfondire i significati di un'opera che è un pattern geometrico fatto di linee, segni e forme astratte ispirate alla morfologia del luogo con i suoi fiumi Gesso e Stura, un'opera nata sulla superficie di un campo da basket in cui confluiscono sport, arte e musica.
 
Chi si nasconde dietro la tag Gummy Gue? E cosa significa questo nome?
“Gummy Gue è inizialmente la tag di Marco Mangione, che si estende in un progetto comune con il fratello Andrea, quando si devono realizzare opere di grandi dimensioni. Pur seguendo ognuno di noi una ricerca personale, Gummy Gue è anche un punto di incontro dove si lavora all’unisono, in una assoluta conformità di idee. Gummy Gue è un suono che rimanda ad un mondo infantile, giocoso e colorato”.
 
Il termine tag non è casuale...arrivate da un passato nel mondo del graffitismo. Poi successivamente siete approdati alla street art e all'arte pubblica.
“Il termine tag ha un’origine controversa, spesso legata a circostanze personali. Per quanto ci riguarda il passaggio dal graffitismo alla street art è stato graduale e spontaneo, con un filo comune che ha sempre orientato il nostro modo di vedere il tessuto urbano e l’appartenenza al flusso della città. Questi passaggi graduali ci hanno condotto in ambiti sempre più professionali, fino ad approdare alla committenza di opere pubbliche. Anche il nostro linguaggio si è evoluto in questa direzione, ben accolto nel mondo del design e dell’architettura, permettendoci di allargare gli orizzonti verso un’espressione artistica più aperta”.
 
Confluenze è il titolo dell'intervento artistico pensato per il playground del NUoVO, inaugurato il mese scorso. Come è nato? Che cosa rappresenta per voi la confluenza?
“All’inizio non sapevamo molto sulla morfologia del territorio di Cuneo. Dopo un confronto con la committenza, che evidenziava l’importanza di una continuità con l’area circostante, abbiamo fatto un’accurata ricerca, da qui la scoperta dei fiumi Gesso e Stura e della loro confluenza. In seguito si è trattato di mettere in linea il nostro linguaggio con le richieste fatte, cosi per la prima volta abbiamo avuto l’occasione di associare la nostra idea di sport a quella di paesaggio. La confluenza per noi è una comunione d’intenti, uscire da schemi rigidi per sentire l’armonia come una forza rigeneratrice, oltreché una grande ammirazione per l’arte classica e una vitale curiosità per i nuovi linguaggi. Tutto il nostro modo di operare è caratterizzato da un confluire di ambiti diversi inteso come nutrimento”.
 
Un pattern geometrico con segni e forme astratte ispirate alla morfologia del luogo e un gioco di tonalità blu e azzurre che richiamo l'abbraccio dei fiumi Gesso e Stura. Un'invasione pacifica della superficie del campo da basket che si trasforma in una sorta di "realtà aumentata", come amate definirla. Forme, segni e colori che si relazionano con chi temporaneamente la abita, facendone uso, e con gli elementi che accidentalmente la attraversano (una foglia mossa dal vento, un bicchiere abbandonato durante un concerto, le scarpe di qualcuno che balla scalzo...).
“Questa riflessione contiene sensibili intuizioni, difficile aggiungere altro senza sgualcirle. Sono percezioni di uno sguardo laterale che ci fa piacere condividere. È proprio quello che speravamo di trasmettere con la realizzazione di quest’opera. Una realtà aumentata, ci piace questa analogia ma sottratta allo schermo e riportata qui dove siamo noi, dov’è il nostro respiro e il nostro spazio reale”.
 
Insomma un playground che è vivo (penso alle ombre proiettate da chi interagisce nello spazio che danno vita a una partita parallela).
“Ci piacciono molto le immagini che evochi, la foglia, il bicchiere, le ombre proiettate e le scarpe di qualcuno che danza a piedi nudi sul colore. Pensiamo che dipingere un campo da basket si presti a tutto questo, non è una semplice decorazione”.
 
Linee curve e tonalità morbide che creano una dimensione serena, come è tipico dei vostri lavori, e che danno vita a un landmark molto riconoscibile del paesaggio urbano.
“Crediamo che la dimensione serena che ci caratterizza derivi dal tipo di composizione e dalla scelta degli accostamenti tonali. Ci piace entrare in sintonia con il colore ed ascoltare i suoi suggerimenti. Durante la progettazione non mancano i passaggi di sofferenza, che svaniscono non appena viene risolto ogni conflitto formale, fino a raggiungere l’equilibrio desiderato”.
 
Da anni realizzate interventi artistici di rigenerazione urbana nei contesti sportivi di diverse città europee. Com'è stato lavorare a Cuneo? Al NUoVO avete visto per la prima volta giocare una partita di basket su una delle vostre pitture pavimentali. Che impressione vi ha fatto?
“Lavorare a Cuneo è stato magnifico, abbiamo trovato tutto quello che un professionista può desiderare. Abbiamo lavorato con la consapevolezza che ogni cosa fosse organizzata nel modo migliore. Quando vedi giocare sul campo che hai progettato, si ha la sensazione che le figure si muovano come alleggerite dalla loro gravità, tutto sembra più sospeso”.
 
Un tempo qui sorgeva il Nuvolari Libera Tribù, uno spazio giovanile che era già un luogo di confluenza di musica, sport e arte, dove l'accento era posto principalmente sulla musica. Un luogo che ha avuto enorme importanza nella storia della scena musicale locale e non solo, con una eco che risuona ancora negli ambienti underground italiani. Ma Gummy Gue che musica ascolta?
“È stato molto gratificante potersi esprimere in un ambiente così carico di memoria, abbiamo sentito la responsabilità del nostro intervento e ci siamo impegnati per consegnare un progetto che fosse all’altezza della situazione. La musica per noi non è soltanto un sottofondo, ma alle volte diventa una vera e propria compagna di percorso, capace di dare il giusto ritmo alle intuizioni. Ci piace spaziare in differenti panorami musicali, come il jazz, la musica elettronica, sonorità soundscape, trap, musica classica e molta radio3”.
 
Ho un'ultima curiosità, ma a basket giocate?
“Non giochiamo a basket ma ci piace pensare che questo genere di interventi possa ampliare la popolarità e la dimensione mitica di questo sport urbano per eccellenza”.
 
Per vedere altri immagini del playground del NUoVO o altri intrventi artistici di Gummy Gue:
gummygue.com
Ig: gummy_gue
Fb: Gummy Gue
 
 
 

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