CUNEO - Aspettando Sanrito: Gest Cinghiale

Undici piccole interviste alla scoperta dei concorrenti che saliranno sul palco del "Piccolo Festival di Grandi Canzoni" all'Auditorium Foro Boario il 9 e il 10 febbraio

Francesca Barbero 27/01/2024 07:21

Il 9 e il 10 febbraio, torna “Sanrito -Piccolo Festival di Grandi Canzoni”, quest'anno giunto alla nona edizione. Nell'attesa di ascoltare dal vivo i loro brani, abbiamo fatto qualche domanda agli undici concorrenti che si esibiranno, accompagnati dalla Good Night Orchestra, sul palco dell'Auditorium Foro Boario. Oggi è il turno di Gest Cinghiale (Bra), all'anagrafe Alberto Resta, in gara con "Ghetto Bosco".
 
Chi è Gest Cinghiale? Come definiresti la tua musica? 
“Gest Cinghiale era un bambino terrorizzato dai cinghiali e ora è un adulto che ha deciso di mettersi a suonare e di mettere la parola cinghiale nel suo nome d’arte, un po’ per affermare che le paure vanno esorcizzate, e un po’ perché alla fine questo simpatico suino è diventato il mio animale guida e portafortuna! Inoltre è anche il mio segno zodiacale cinese (in realtà è il maiale, che alla fine comunque è un cinghiale addomesticato). La mia carriera musicale inizia come militante di cover band, dal metal al rockabilly, poi nel 2019 col mio socio Nader (compagno di suonate per diversi anni) iniziano i Follis, con i quali pubblichiamo un ep e un album e ci creiamo un piccolo ma fedele seguito suonando nei locali e festival della zona. Dal 2023 mi esibisco come solista col side project (come dicono quelli bravi) di Gest Cinghiale. L’idea è quella di proporre un one man band show abbastanza minimal, di matrice punk, con influenze blues, garage, rap e con un po’ di elettronica. O almeno l’idea è quella, non vedo l’ora di far ascoltare in giro il minestrone che ne esce. Di grande ispirazione mi è stato Bob Log III, un one man band texano che ha un set super grezzo ma super divertente, un pazzo scatenato, ve lo consiglio! Mi piace un sacco suonare in band, ma mi affascina un sacco vedere quanto una persona sola può arrivare a fare con soli quattro arti, devi scervellarti continuamente per far quadrare il suono! Io sono ancora all’inizio ma spero di portare avanti il progetto! Ovviamente a Sanrito sarò accompagnato da una fantastica orchestra formata da musicisti formidabili, quindi passo da 1 a 12 persone! Sono super curioso di vedere cosa uscirà fuori!”.
"Ghetto/Bosco" è il titolo della canzone in gara. Quali tematiche affronta?
“Ghetto/Bosco parla.. rullo di tamburi.. di cinghiali! Ebbene sì, non vorrei risultare monotematico, ho anche altri interessi oltre ai cinghiali, ma la canzone vuole dare voce a queste simpatiche bestiole, che tutti (o quasi) odiano per le frequenti invasioni dei centri abitati, e conseguenti disagi che creano. Mi sono immedesimato e ho voluto dar loro voce, spero in maniera simpatica, immaginandomi cosa potrebbero dire per difendersi se potessero parlare. Ovviamente penso che loro siano semplicemente vittime di abusi edilizi, della deforestazione incontrollata, della scarsa tutela dell’ambiente naturale, insomma tutti fenomeni provocati dall’uomo. Leggendo commenti sui social ho l’impressione che ci sia una sorta di antropizzazione dei comportamenti animali, come se gli animali selvatici, quando provocano dei danni all’uomo, lo facessero consciamente per farci un dispetto, (il lupo attacca le pecore, il lupo è cattivo, uccidiamolo! L’orso è cattivo perché attacca gli escursionisti, ecc...) in realtà loro sono semplicemente mossi dall’istinto di sopravvivenza, e non sottostanno alle nostre leggi”.
Perché hai deciso di partecipare a Sanrito? È la tua prima volta al festival?
“Si, è la mia prima volta come concorrente, ho partecipato due anni fa ma sono stato scartato. Seguo Sanrito da diversi anni, ormai è un cult per la provincia di Cuneo, quindi ovviamente è un onore poter partecipare. Per gli artisti emergenti e non solo è un punto di riferimento, è un festival sano, senza tanti fronzoli che va dritto al sodo e ci fa divertire e pensare. Inoltre non nascondo che ovviamente è una vetrina importante, che dà visibilità, e alla fine a chiunque fa musica, anche al più underground di tutti, fa piacere essere ascoltato da più persone possibili”.
Il fil rouge dell'edizione di quest'anno sono i sogni. La musica è sogno? 
“Ci sono artisti che hanno dedicato canzoni a sogni fatti (mi vengono in mente gli Iron Maiden con “The number of the beast”, anche se in quel caso era un incubo, eheh...) ma sono sicuro che ci sono moltissime canzoni dedicate a sogni. Tuttavia, visto dalla parte di uno che suona, dico che per suonare bene devi essere completamente sveglio e lucido (a meno che tu non sia Jimi Hendrix), l’esecuzione organica della musica è un attività strettamente connessa alla realtà: tempo, spazio, coordinazione muscolare, vibrazione, suono. Dalla parte dell’ascoltatore è ben diverso invece, ci si può rilassare, dimenticarsi di dove si è, viaggiare con la mente. C’è da dire comunque che io per il novanta per cento del tempo che ho a che fare con la musica, sono ascoltatore! Quindi direi che la musica non è sogno, ma fa sognare!”.
Salutiamoci con il ricordo del sogno che hai fatto ieri notte, un tuo sogno nel cassetto oppure uno già realizzato...
“Purtroppo io non ricordo i sogni che faccio, e comunque sono sempre tutti molto confusi! Quindi sono più bravo con i sogni nel cassetto! Beh, direi innanzitutto vincere Sanrito! Eheh, anche se sarà molto difficile, ci sono artisti bravissimi in gara. Un altro è portare in giro la mia musica il più possibile, magari con un tour! Un sogno molto in grande che non ci sta nel cassetto e molto banale invece sarebbe che si risolvesse la crisi climatica e che tornasse la neve!”.

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