C’erano le autorità, compresi due ex sindaci, gli artefici dei lavori, ma soprattutto decine e decine di cittadini, per la riapertura “ufficiale” dell’ex chiesa di Santa Chiara: un gioiello del Barocco cuneese che dopo otto anni ritorna alla città. Il restauro, incominciato nei primi mesi dello scorso anno, è terminato a marzo.
La straordinaria riscoperta dei colori originali degli affreschi, presentata in anteprima ai consiglieri comunali nel corso di due diversi sopralluoghi, è merito di un team di restauratrici: Sara Chemello, Alessandra Scarano ed Elena Chiriotto, per conto della veneziana Lithos, hanno riportato al loro splendore 300 metri quadrati di affreschi, sui circa 1500 mq di superfici complessive. Con un “avanzo di cassa” si sono potuti finanziare anche una più approfondita ripulitura e un intervento sui serramenti. Nel complesso la spesa ammonta a 570mila euro, coperta per 456mila euro dal Fondo per la Cultura del ministero e per altri 114mila con risorse interne del Comune.
“Un lavoro che restituisce alla città un gioiello storico, con una vocazione ben definita” commenta la sindaca Patrizia Manassero: “Sarà un luogo di cultura e di socialità per la città di Cuneo nel centro storico, a beneficio di tutti”. Grazie a un partenariato pubblico privato (il primo di questo genere in città e uno dei primi a livello italiano, precisa l’assessore alla Cultura Cristina Clerico), l’edificio sarà affidato alla compagnia Il Melarancio, che ne farà un polo teatrale. Gimmi Basilotta, direttore artistico della compagnia, fa sapere: “Immaginiamo questo luogo fortemente abitato dalle nuove generazioni e aperto sei giorni su sette: uno spazio di comunità culturale. Il passo successivo sarà trovare, insieme alla Soprintendenza, il modo migliore per funzionalizzarlo”.
“Il restauro è la ciliegina sulla torta rispetto a un progetto di rigenerazione del centro storico portato avanti negli ultimi dodici anni” aggiunge l’assessore ai Lavori Pubblici Luca Serale. Elogi all’amministrazione anche dalla soprintendente Lisa Accurti: “Il Comune ha saputo candidarsi e correre con un impegno enorme sia nella fase di progettazione, completata in poco più di un mese, sia portando avanti un intervento estremamente complesso, svolto in modo accurato”.
La “nuova” Santa Chiara sarà visitabile per tre giorni. Poi, dopo l’estate, arriveranno i suoi contenuti culturali.